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376  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Gli effetti nocivi dei metalli pesanti inserita:: Agosto 09, 2008, 07:11:21 pm
Post del 01/04/07

Si ritiene che l'esposizione ai metalli tossici abbia contribuito in modo significativo alla caduta dell'Impero Romano (piombo) e alla follia dei cappellai, da cui l'espressione inglese "matto come un cappellaio" (mercurio). Un nuovo progetto di ricerca europea, avviato il 1° marzo presso l'Agenzia europea per l'ambiente (AEA) di Copenaghen, mira a documentare gli effetti di un'esposizione bassa e di lunga durata ai metalli tossici.

La tossicità di alcuni metalli è ben nota. Il film "Erin Brockovich" denunciava il caso di una città esposta a forti concentrazioni di cromo e gli effetti nocivi sulla salute della popolazione; tuttavia, esistono pochi studi relativi agli effetti di metalli specifici su lunghi periodi.

Il progetto PHIME (aspetti della salute pubblica relativa all'esposizione a basso livello e di lunga durata a elementi misti in fasce suscettibili della popolazione) seguirà in tutto il mondo i casi di malattie quali le anomali cerebrali del feto, il morbo di Parkinson, le malattie cardiovascolari, le malattie ossee e il diabete, avvalendosi di 31 partner europei e internazionali.

Obiettivo del progetto è determinare la relazione tra il grado di tossicità dei metalli pesanti, l'insorgere della malattia e la fascia della popolazione colpita. I ricercatori inoltre sperano di condurre ricerche specifiche sulla velocità alla quale le piante assorbono certi metalli tossici, come l'arsenico o il palladio rispetto ai metalli "essenziali" come lo zinco o il rame.

"Valuteremo l'incidenza dei metalli tossici su malattie importanti. Inoltre, effettuando uno screening dei metalli presenti nel sangue delle donne e dei bambini provenienti da varie regioni europee, controlleremo i cambiamenti verificatisi nel tempo nonché le differenze geografiche. Lo studio ci consentirà di realizzare confronti tra i dati e di valutare i rischi", afferma Staffan Skerfving, professore all'università di Lund (Svezia), coordinatore del progetto. "Per esempio, studiare l'impatto sulla salute dei metalli emessi dai sistemi di scarico delle automobili è uno dei nostri obiettivi".

I ricercatori auspicano che il progetto PHIME, una volta ultimato, incida notevolmente sul processo decisionale, dato che le informazioni ricavate dallo studio saranno utili nella gestione dei rischi e nel settore della sanità.

Al progetto lavorano 31 partner, tra cui la maggior parte degli Stati membri dell'UE, la Croazia, la Svizzera, gli Stati Uniti, la Cina, il Bangladesh e le Seicelle. Il contributo dell'Unione europea ammonta a 13 milioni di euro su cinque anni nell'ambito del Sesto programma quadro (6PQ).

"L'AEA è particolarmente interessata alla valutazione dell'impatto sulla salute delle esposizioni a basso livello a una miscela di agenti inquinanti" ha sostenuto il direttore dell'AEA, la professoressa Jacqueline McGlade. "Questa ricerca può offrire un importante contributo al processo decisionale basato sulla scienza, individuando con esattezza la variabilità della vulnerabilità umana ai fattori di stress ambientali e i modelli geografici dell'esposizione in tutta Europa".

Per ulteriori informazioni visitare:http://www.med.lu.se/english/research/phime
http://www.phime.org
Fonte: Cordis (06/03/2006)
molecularlab.it
377  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Troppo smog fa male al cuore inserita:: Agosto 09, 2008, 07:04:12 pm
Post del 22/02/07

Danni ai polmoni, infarto e ictus tra le conseguenze delle polveri sottili. Secondo uno studio italiano, se queste si riducessero della metà per almeno 10 anni, ciascuno potrebbe guadagnare un anno e mezzo di vita.

Se ne sta parlando molto negli ultimi giorni: lo smog non danneggia solo i polmoni ma tra le sue conseguenze ci sono anche infarto e ictus. Lo conferma una ricerca della Washington University di Seattle, importante sia per il numero di persone analizzate sia per la qualità dei dati raccolti.
66 mila donne in menopausa sono state seguite per sei anni e, per ciascuna di esse, sono stati messi in relazione il livello di esposizione alle polveri sottili e la frequenza di infarti, ictus e arresti cardiaci: il risultato è che esiste una connessione molto stretta tra la quantità di polveri sospese misurate dalle centraline più vicine a casa e i danni al cuore. Durante il periodo di studio, circa duemila pazienti sono state infatti colpite da infarto o ictus e, purtroppo, duecento sono morte. La maggior parte di loro viveva nelle zone con la peggior qualità dell’aria. Ad esempio, le donne residenti a Birmingham in Alabama (una delle città più inquinate tra quelle inserite nello studio) presentavano un rischio di morte per cause cardiovascolari due terzi superiore a quelle che vivevano a Tucson in Arizona.
Attenzione: il fatto che lo studio sia stato condotto su donne non significa che queste siano più predisposte degli uomini a subire gli effetti dell’inquinamento. Studi recenti hanno infatti mostrato effetti simili anche sul sesso maschile.
Ma passiamo all’Italia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2002 e il 2004 sono stati 8.220 all’anno i decessi attribuibili ad alte concentrazioni di PM10* in 13 città: Bologna, Catania, Firenze, Genova, Venezia, Milano, Palermo, Pisa, Ravenna, Roma e Torino.
A Milano, dove la concentrazione media giornaliera di PM10* è di 57 microgrammi al metro cubo, nel 2006 sono stati oltre 150 i giorni di inquinamento sopra i limiti consentiti, 1.575 i decessi causati dall’eccesso di polveri sottili e 675.957 le giornate di lavoro perse. Principale imputato della produzione di PM10* è il traffico veicolare. Ecco perché il blocco delle auto inquinanti in città è stato prorogato fino al 2 marzo: stop dalle 8 alle 20 dei giorni feriali alle auto non catalizzate (inclusi i ciclomotori a due tempi) e ai diesel euro 1: una frazione molto limitata di veicoli, circa il 15%, ma che da sola produce il 50% delle emissioni e scarica nell’aria mezza tonnellata di PM10* al giorno.
In Italia la lotta all’inquinamento procede a rilento e ne siamo tutti responsabili: le istituzioni che non estendono il divieto di circolazione ai veicoli inquinanti a strade statali e autostrade o che non varano tasse come la cosiddetta pollution charge, le industrie che vendono camion e auto diesel non dotati di filtri antiparticolato di serie, infine noi cittadini che all’auto sembriamo non voler rinunciare per nulla al mondo.
Eppure, secondo Paolo Crosignani, direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale dell’Istituto Nazionale dei tumori di Milano, se le famigerate polveri sottili si riducessero della metà per almeno 10 anni, ciascuno potrebbe guadagnare un anno e mezzo di vita! In particolare, se il PM10* venisse contenuto entro 30 microgrammi al metro cubo si otterrebbe a lungo termine (10/20 anni) una riduzione di 160 casi di tumore al polmone. E ci sarebbero da subito miglioramenti per i casi di bronchite acuta nei bambini, meno 440 ricoveri annuali per cause respiratorie, meno 710 per cause cardiache, circa 5500 attacchi d’asma in meno nei bambini e 2700 negli adulti.

* Il particolato (PM) si divide, per grandezza in: PM10 (particolato da 10 a 2,5 micron), PM2,5 (particolato fine da 2,5 a 0,1 micron) e PM0,1 (particolato ultrafine da 0,1 a 0,01 micron). Le polveri di diametro inferiore a 2,5 micron sono pericolosissime perché superano trachea e bronchi e raggiungono gli alveoli polmonari e da lì passano nel sangue, causando uno stress ossidativo a cui possono seguire infarto e ictus.

Fonte: fitmail.it
378  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Informazioni su inquinamento atmesferico e danni alla salute inserita:: Agosto 09, 2008, 07:00:02 pm
Post del 07/02/07

Italia News
A cura dell'Associazione Medici per l'Ambiente
Numero 166 (11 gennaio 2007)


INQUINAMENTO ATMOSFERICO E DANNI ALLA SALUTE

L'Associazione Medici per l'Ambiente (ISDE Italia) in relazione a temi di grande attualità - riportati con ampio risalto sulla stampa, ma spesso dibattuti in modo superficiale e o addirittura fuorviante - valuta che considerare trascurabile il rischio da inquinamento atmosferico sia un'operazione scientificamente infondata ed eticamente scorretta e ritiene di dovere rendere di pubblico dominio le seguenti considerazioni.

1) Vi è da tempo l'incontrovertibile evidenza del ruolo causale dell'inquinamento dell'aria nell'aumentare la frequenza di danni acuti, subacuti e cronici alla salute, nonché di effetti nocivi a lungo termine particolarmente preoccupanti in quanto riguardano i bambini e le generazioni a venire. Lo spettro di patologie la cui frequenza risulta aumentata in relazione al grado di inquinamento atmosferico va dalle malattie cardiocircolatorie alle affezioni respiratorie, ai tumori.

2) Vi è un sostanziale consenso da parte dei ricercatori scientifici sul ruolo rilevante dei fattori ambientali nella genesi del cancro ed in questo contesto è innegabile il ruolo che anche l'inquinamento atmosferico comporta.

3) I principali studi condotti in Europa ed U.S.A. sulla correlazione fra inquinamento atmosferico e cancro al polmone sono concordi nel valutare che per ogni 10 µg/m3 di PM 2.5 si registra un incremento tra l'8% ed il 14% di neoplasie polmonari. Si ricorda che l'OMS ha stimato la quota di decessi attribuibili a valori di PM10 oltre 20µg/m3 in 13 città italiane con oltre 200.000 abitanti sulla base dei valori di PM10 registrati negli anni 2002-2004. La stima è di 8220 morti/anno di cui 742 morti/anno per cancro del polmone.
Si stima che in Europa le morti premature/anno per polveri sottili ( PM2.5) siano 348.000.

4) Non può non destare allarme il drammatico aumento di tumori che si prevede nei Paesi in via di sviluppo e l'incremento che si registra nel nostro continente specie nel sesso femminile e, soprattutto, in bambini ed adolescenti: in Europa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento dell'1,2 % annuo dei tumori fra 0 e 14 anni e dell'1,4% tra i 14-19 anni.

5) L'enfasi data alla riduzione della mortalità per cancro specie nel sesso maschile - quale segnale di una inversione di tendenza nei confronti delle patologie neoplastiche - può essere fuorviante e indurre a sottostimare l'aumento dell'incidenza dei nuovi casi di cancro e di patologie associate all'inquinamento. I miglioramenti registrati in campo oncologico sono da ascriversi alle migliori procedure diagnostiche e terapeutiche e al prolungamento della sopravvivenza che si ha nelle fasi avanzate della malattia. Tali risultati, sicuramente importanti, sono tuttavia spesso ottenuti con terapie molto costose che solo raramente permettono di raggiungere una completa e definitiva guarigione e che comportano un percorso di sofferenze e di difficile vita.
Non dimentichiamo che la Medicina ha registrato i suoi più grandi successi (ad es. nelle malattie infettive) quando, per una corretta prassi di prevenzione primaria e secondaria (miglioramento delle condizioni igienico/ambientali, vaccinazioni ecc.), l'incidenza di alcune malattie si è drasticamente ridotta.

6) Troppo spesso viene identificata la prevenzione del cancro con la sua diagnosi precoce, (possibile tramite screening solo per alcune forme di tumore): questa confusione dei termini distrae dal concetto che la vera prevenzione del cancro, e di molte altre malattie cronico-degenerative, consiste nella Prevenzione Primaria, ossia nella riduzione della esposizione di tutta la popolazione agli agenti cancerogeni, mutageni e teratogeni, con particolare riferimento alla protezione dei soggetti più vulnerabili e suscettibili.

7) Una seria politica di tutela sui luoghi di lavoro ha ridotto una parte delle neoplasie professionali, ma spesso ci si dimentica che le sostanze tossiche e nocive non cessano di essere tali una volta uscite dalle fabbriche: i gravi danni prodotti sull'ambiente e sulla salute di intere popolazioni da grandi insediamenti industriali presenti in numerose località italiane dovrebbero essere di monito per chi ancora cerca di imporre programmi di sviluppo industriale "selvaggio".

Può essere fuorviante attribuire la maggior incidenza di cancro principalmente allo stile di vita (dieta-attività fisica-fumo): nessuno di noi mette in discussione il ruolo del fumo di tabacco, ma appare assurdo continuare a sottovalutare gli effetti dell'inquinamento a cui l'intera popolazione è esposta (da catena alimentare, traffico veicolare, impianti industriali, smaltimento dei rifiuti, sostanze chimiche e farmacologiche utilizzate in agricoltura - zootecnia etc).

9) Se davvero si vuol cercare di invertire il trend degli ultimi decenni, le ingenti risorse oggi impiegate sul versante della diagnosi e della terapia, dovrebbero essere investite anche in Prevenzione Primaria, che appare come l'unica in grado di ridurre gli enormi costi umani ed economici che queste malattie comportano.

10) È assolutamente necessario che ad affrontare una tematica tanto delicata siano persone per le quali possano essere totalmente esclusi possibili conflitti d'interessi.

ISDE Italia - Referenti territoriali e Comitato Tecnico Scientifico:
Baccari Franco (Campobasso), Beccastrini Stefano (Arezzo), Bianchi Fabrizio (Pisa), Burgio Ernesto (Palermo), Cancemi Gioacchino (Massa), Carlozzo Bianca Maria (Bologna), Caroselli Antonio (Rieti), Cherubini Mariano (Trieste), Costani Gloria (Mantova), Crosignani Paolo (Milano), Diaferia Giorgio (Torino), Fabbri Fabrizio (Roma), Faggioli Antonio (Bologna), Falliti Giuseppe (Messina), Forestiere Francesco (Roma), Frusi Mario (Cuneo), Gasparini Luigi (Ferrara), Generoso Massino (Firenze), Gennaro Valerio (Genova), Gentilini Patrizia (Forlì), Giacchi Mariano (Siena), Grasso Anna (Siena), Guerra Manrico (Parma), Laghi Ferdinando (Cosenza), Lauriola Paolo (Modena), Licari Silvano (Caltannissetta), Migaleddu Vincenzo (Sassari), Miligi Lucia (Firenze), Mocci Mauro (Civitavecchia), Panti Antonio (Firenze), Petronio Maria Grazia (Pisa), Picano Eugenio (Pisa), Porcile Gianfranco (Cuneo), Reali Daniela (Pisa), Romagnoli Alessandra (Grosseto), Romizi Roberto (Arezzo), Sabatini Viviana (Bologna), Sciacca Santi (Catania), Seniori Costantini Adele (Firenze), Tomatis Lorenzo (Trieste), Tucci Pier Luigi (Firenze), Valerio Federico (Genova), Vantaggi Giovanni (Gubbio), Ventura Mariateresa (Bari), Vigotti Mariangela (Pisa), Vineis Paolo (Londra), Zamaro Gianna (Udine).

Fonte anche per contatti e iscrizioni: isde@ats.it
I numeri arretrati sono disponibili sul sito dell’Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia www.isde.it
Via della Fioraia, 17/19 - 52100 Arezzo - Tel. 0575/22256  - Fax. 0575/28676
E-mail: isde@ats.it
379  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Sanita': Usa; Inquinamento Letale Per Cuore Donne, Studio inserita:: Agosto 09, 2008, 06:52:41 pm
Post del 01/02/07

(ANSA) - WASHINGTON, 1 FEB - Allarme per il cuore delle donne che vivono in centri urbani inquinati: le polveri sottili possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari mortali per le signore piu' anziane sino al 75%.
Le donne in eta' della menopausa, ossia dai 50 anni in poi, hanno evidenziato in un nuovo ampio studio americano una particolare suscettibilita' coronarica all'inquinamento: in particolare ogni aumento di 10 microgrammi di particelle sottili di concentrazione per ogni metro cubo di aria e' risultato in un incremento dei pericoli di malattie cardiovascolari del 24%.
Ma lo stesso livello di aumento di polveri inquinanti e' stato legato ad un balzo dei rischi di attacchi al cuore mortali per le donne pari addirittura al 75%.
I dati emergono da un'indagine realizzata dall'epidemilogo Joel Kaufman della university of Washington, basata sulla ricerca di lungo termine sulla salute femminile - "Women Health initiative" - in corso ad Harvard.
I dati sono relativi a 65.893 donne tra i 50 ed i 79 anni di eta' gia' in fase di climaterio, che all'inizo dello studio - nel 1994 - non avevano alcuna malattia cardiaca.
Il rapporto pubblicato sul "New England journal of medicine" osserva come due terzi delle donne seguite in realta' viveva in aree metropolitane in cui la concentrazione d particelle fini non superava i limiti posti dalla Enviromental protection Agency (Epa) . Lo studio e' il primo ad evidenziare un rischio di tale drammatica intensita' per le donne esposte ad inquinamento.
"Le particelle sottili - ha spiegato Kaufman - sono composte di polveri chimiche che provengono dalla combustione di oli, gas, benzine, negli Stati Uniti cio' significa che provengono in particolare dalle emissioni di veicoli diesel e di fabbriche".
Gli esperti ritengono che queste particelle penetrino in profondita' i polmoni, scatenando processi infiammatori che conducono ad infarti ed ictus.
La ricerca ha gia' sollevato nuove polemiche nei confronti dell'Epa, che secondo molti esperti dovrebbe abbassare i limiti delle concentrazioni inquinanti permesse nei centri metropolitani. (ANSA).

Fonte: ANSA
380  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Il traffico stradale blocca lo sviluppo polmonare dei ragazzi inserita:: Agosto 09, 2008, 06:48:59 pm
Post del 31/01/07

Vivere vicino a strade trafficate ritarda e danneggia lo sviluppo polmonare dei bambini.
È quanto afferma uno studio americano, pubblicato sulla rivista The Lancet e condotto presso la University of Southern California. Già era noto che lo smog derivante dal traffico stradale causa un peggioramento delle patologie respiratorie come l’asma; questo studio mostra che può anche interrompere la formazione dei polmoni molto prima che lo sviluppo potenzialmente possibile sia stato raggiunto.

Lo studio ha coinvolto 3677 bambini che, dagli otto ai diciotto anni, sono stati sottoposti a controlli annuali. A diciotto anni, infatti, i polmoni hanno raggiunto le loro dimensioni definitive. Secondo quanto riportato dai risultati, i bambini che vivevano entro 500 metri da una strada densamente trafficata presentavano una funzionalità polmonare molto ridotta rispetto ai loro coetanei che vivevano a 1500 metri o più di distanza.

Gli scienziati pensano che un ruolo importante potrebbe essere giocato dall’effetto ossidante delle combustioni. Questo stress ossidativo è causato dagli effetti tossici di alcune molecole di ossigeno molto reattive chiamate radicali liberi, i quali danneggiano le cellule e il DNA.

Una nuova prova degli effetti negativi dell’inquinamento (di ogni tipo) per la salute e il benessere dell’uomo lascia sempre una scia di indignazione, alla quale però poco spesso seguono provvedimenti o interventi risolutivi. Il fatto che la salvaguardia dell’ambiente e gli interventi ad essa connessi siano fondamentali per la sopravvivenza ed il benessere del genere umano sfugge ancora alla maggior parte degli uomini, di potere e non.

Fonte: Gaudermann WJ, Vora H et al. Effect of exposure to traffic on lung development from 10 to
18 years of age: a cohort study. The Lancet 2007; Published on-line 26 Gennaio 2007 DOI:10.1016/S0140-6736(07)              60037-3 1

Caterina Visco


Fonte: Il Pensiero Scientifico Editore - Mer 31 Gen
it.news.yahoo.com
381  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Video di Montanari: Nanopatologie e cancro inserita:: Agosto 09, 2008, 06:43:03 pm
Post del 22/12/06

Guarda il video con Realplayer ADSL:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=6147&ext=_big.ram

Guarda il video con Mediaplayer ADSL:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=6147&ext=_big.wmv

Ascolta in formato MP3:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=6147&ext=.mp3

Registrazione della conferenza (Perugia 9 Novembre 2006)) del Dr. Stefano Montanari direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena.
Le nanoparticelle emesse dagli inceneritori e altri processi industriali ad alta temperatura vengono messe in relazione con patologie cancerogene.
La conferenza pubblica si è tenuta presso il Residence Daniele Chianelli di Perugia.

Meetup Amici di Beppe Grillo Perugia
Visita i siti: http://beppegrillo.meetup.com/53
http://meetv.altervista.org

Il filmato e disponibile da una collaborazione con Arcoiris Tv.
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=6147

382  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Polveri sottili e Nanoparticelle inserita:: Agosto 09, 2008, 06:38:45 pm
Post del 07/12/06

Un grazie a Luca che mi ha mandato questo articolo.

Il monitoraggio e gli effetti sulla salute delle polveri ultrafini e delle nanoparticelle prodotte da combustione sono stati oggetto di un convegno, organizzato da Regione Emilia-Romagna, dall’Agenzia regionale prevenzione e ambiente (Arpa) e dall’Università di Ferrara.

“Il convegno tenutosi il 14 novembre – spiega l’ARPA -  ha fornito un quadro di sintesi sullo stato attuale delle conoscenze e sulle prospettive di ricerca e sviluppo in merito ai diversi aspetti del tema: le fonti di generazione, le modalità di diffusione nell’ambiente, le migliori tecnologie disponibili per ridurne l’emissione, le tecniche disponibili per monitorarle, gli effetti che producono sulla salute.”

“Le diverse relazioni del convegno - si legge in una sintesi del convegno fornita dall’Arpa - hanno evidenziato la complessità del tema: per esempio, l´impossibilità di definire tecnologie che riducano contemporaneamente polveri fini e ultrafini (e dunque la necessità di bilanciare i rischi che derivano dalle diverse forme di combustione) e la relativa incertezza sulla misura degli impatti sanitari delle polveri.”

Una delle relazioni presentate nel convegno ha riguardato le nanopatologie, cioè lo studio di come l’organismo reagisce alla presenza delle micro-particelle  e nano-particelle.

Le nanopatologie (http://www.arpa.emr.it/cms3/documenti/_cerca_eventi/2006/atti/Gatti.pdf)
Antonietta Gatti (Laboratorio di biomateriali, Università di Modena e Reggio Emilia)
 [NB. Nella relazione sono presenti immagini di carattere medico molto forti, ne è consigliata la visione solo a persone adulte].


http://www.arpa.emr.it/pubblicazioni/generale/notizie_307.asp
http://www.puntosicuro.it/language,1/page,1.php/articolo_6556/stampa_true/
http://www.beppegrillo.it/2005/05/le_nanoparticel.html
383  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Respiariamo veleno a piccole dosi e ci rode sempre di più il fegato... inserita:: Agosto 09, 2008, 06:28:07 pm
Post del 17/11/06

Beppe Grillo ha pubblicato oggi questo post sul sul Blog e mi sembra doveroso riportarlo, poiché anche lui e gli esperti veri (io sono un'appassionata per necessità) ribadiscono il pericolo dell'accumulo di elementi tossici nell'organismo.

16 Novembre 2006
Un bel respiro profondo

Respiriamo veleni. Costruiamo fabbriche di veleni. Seppelliamo rifiuti tossici in mezza Italia. Trasformiamo le città in parcheggi e l’aria in ossido di carbonio. Chi inquina ti toglie la vita. Quanta? Non si sa. Di certo una modica quantità. Perchè lo fa? E’ sotto controllo. Non può reagire. I media lo tengono sotto ipnosi. Nella classifica mondiale le prime industrie sono il petrolio e le auto. L’opinione pubblica è creata da queste aziende. Dalla loro ideologia: il profitto. Gli italiani vogliono il loro posto al sole per le fabbriche di veleni. All’italiana. Non paga chi inquina, ma chi viene inquinato. E’ il business degli inceneritori. Commesse pubbliche, veleni privati. L’inceneritore non è una soluzione ai rifiuti. E’ una scorciatoia che trasforma l’organismo umano in rifiuto. I nostri dipendenti politici amano gli inceneritori. Ne vogliono uno per città. Porta lavoro, lavoro, lavoro. La grande mistica del lavoro della sinistra. La grande mistica del profitto della destra. Una mistica bipartisan. Gli inceneritori ci avvelenano.
La Regione Veneto e l’Istituto Oncologico Veneto con il Registro dei Tumori del Veneto, il Comune e la Provincia di Venezia hanno pubblicato uno studio: ‘Rischio di sarcoma in rapporto all’esposizione ambientale a diossine emesse dagli inceneritori’.
Le conclusioni:
- La Provincia di Venezia ha subito un massiccio inquinamento atmosferico da sostanze diossino-simili rilasciate dagli inceneritori...
- Nella popolazione esaminata risulta un significativo eccesso di rischio di sarcoma correlato sia alla durata che all’intensità dell’esposizione
- Gli inceneritori con più alto livello di emissioni in atmosfera sono stati quelli che bruciavano rifiuti urbani..

Chi costruisce inceneritori causa tumori. Va informato sui fatti e poi accompagnato alla porta o, se proprio insiste, rigassificato.

Fonte: beppegrillo.it
384  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Bimbi meno intelligenti con l'inquinamento inserita:: Agosto 09, 2008, 06:22:33 pm
Post del 08/11/06

Oltre 200 sostanze chimiche nocive hanno provocato un boom di disturbi cerebrali e dello sviluppo.
I ricercatori di Harvard: "E' una vera e propria epidemia silenziosa, ne soffre un minore su sei"

"Bimbi meno intelligenti con l'inquinamento"
Risultati shock da uno studio medico Usa

I problemi più ricorrenti sono autismo, sindrome da iperattività e deficit d'attenzione.
Secondo gli autori della ricerca pubblicata da "Lancet" bisogna adottare subito regole più severe

ROMA - Sono quanto mai allarmanti i risultati del più vasto studio mai condotto sugli effetti dell'inquinamento nello sviluppo cerebrale dei minori. La ricerca, effettuata da un gruppo di ricercatori americani della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata sulla rivista medica britannica The Lancet, giunge a conclusioni drammatiche.

Si stima ad esempio che tutti i bambini nati nei paesi industrializzati tra il 1960 e il 1980 siano stati esposti al piombo dei carburanti e che quest'esposizione abbia più che dimezzato il numero di persone con quoziente intellettivo (QI) oltre 130 (considerato tipico di un'intelligenza notevole) e aumentato invece il numero di persone che totalizzano meno di 70, ha spiegato Philippe Grandjean, il coordinatore di questo enorme lavoro in cui è stata passata in rassegna tutta la letteratura scientifica mondiale sull'argomento.

I composti chimici inquinanti, sottolinea ancora lo studio, causano problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini portando a disturbi comportamentali quali l'autismo o l'iperattività sino anche al ritardo mentale. I medici della Harvard School hanno individuato ben 202 voci, ma purtroppo non si tratta di una lista definitiva. I contaminanti ambientali soprattutto di derivazione industriale sono moltissimi ma finora solo per pochi si hanno dati certi sui loro effetti nocivi per la salute e comunque è stata sempre trascurata la questione dell'esposizione a basse dosi che agisce indisturbata e può causare seri problemi di salute soprattutto per i più piccoli.

Si calcola infatti che circa un bambino su sei abbia un disturbo dello sviluppo, quasi tutti riguardanti il sistema nervoso. La preponderanza di disturbi del sistema nervoso non è casuale, si deve al fatto che, sin dallo sviluppo fetale fino a tutta l'adolescenza, il cervello è particolarmente vulnerabile e basta poco per corrompere il suo naturale percorso di sviluppo. Ciò può favorire la comparsa di disturbi del comportamento come la sindrome da iperattività e deficit d'attenzione (ADHD) o di malattie neurologiche come l'autismo, oppure può determinare dei cambiamenti nell'intelligenza del bambino.

Milioni di bambini nel mondo, avvertono gli studiosi nella loro ricerca, sono oggi vittime ignare di "un'epidemia silenziosa". "Silenziosa" perché si tratta di problemi subclinici, ma il cui impatto è enorme: deficit di sviluppo cerebrale significano ridotte capacità (e quindi produttività) per gli adulti di domani.

Un flagello che potrebbe essere combattuto, suggeriscono ancora gli autori dello studio, innanzitutto adottando il principio di precauzione per cui ogni sostanza chimica va rigidamente regolamentata e, solo se in seguito si dimostra che è innocua, la regolamentazione può farsi meno stringente. Quest'approccio si comincia ad usare in Europa, che è sul punto di approvare la normativa REACH, ma è ancora sottovalutato negli Stati Uniti.

A rendere la situazione ancora più grave c'è poi il fatto che si fa troppo poco anche per limitare la diffusione di quelle sostanze unanimemente riconosciute come nocive, a cominciare da metil-mercurio, PBC, piombo e arsenico. Solo su piombo e mercurio ci sono delle regole volte a proteggere i più piccoli, denuncia Grandjean, per gli altri 200 nella lista, noti agenti tossici per il cervello, non esiste alcun regolamento a misura di bambino.

I contaminanti industriali quindi sono causa di un'epidemia silenziosa, concludono gli esperti, già responsabile di problemi di sviluppo del cervello in milioni di bambini nel mondo. "Il cervello dei nostri bimbi è la risorsa economica più preziosa che abbiamo - conclude Grandjean - dobbiamo adottare iniziative di salute pubblica che lo proteggano".
(8 novembre 2006)

Fonte: repubblica.it
385  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Come le nanoparticelle arrivano al cervello inserita:: Agosto 09, 2008, 06:13:24 pm
Scoperta nel ratto questa via di penetrazione potrebbe valere anche per l'uomo

Le nanoparticelle possono facilmente raggiungere il cervello dalla cavità nasale(incenertori), è quanto risulta da una ricerca svolta presso il Dipartimento di medicina dell'Università di Rochester, illustrata in un articolo sull'ultimo numero di Environmental Medicine.

Lo studio ha testato particelle ultrafini di ossido di manganese, alle concentrazioni a cui sono tipicamente esposti i lavoratori di alcuni settori industriali. Queste particelle hanno le dimensioni caratteristiche delle nanoparticelle prodotte industrialmente (inferiori ai 100 nanometri), sempre più utilizzate in molti settori, dalla microelettronica ai dentifrici, fino alle lozioni solari, nonostante non siano ancora note le possibili conseguenze sulla salute quando siano disperse nell'ambiente.In questo studio condotto su ratti, le particelle hanno mostrato di riuscire a passare rapidamente dalle cavità nasali al bulbo olfattivo per raggiungere poi lo striato, la corteccia frontale e il cervelletto.

Dopo 12 giorni di esposizione, la concentrazione di particelle ultrafini era raddoppiata nei polmoni e più che triplicata nel bulbo olfattivo. Le particelle non hanno mostrato di innescare una risposta infiammatoria diretta nel polmone, ma a livello cerebrale sono aumentati in maniera significativa alcuni marcatori biologici di uno stato infiammatorio e di stress, come il fattore di necrosi tumorale e le chemochine MIP-1a e MIP-1b.

Gli autori concludono che "nonostante le differenze fra il sistema olfattivo del ratto e quello dell'essere umano, è verosimile che questa via di trasporto sia efficace anche nell'uomo".

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386  General Category / Inquinamento Ambientale, Nanoparticelle, ecc. / Inquinamento da mercurio dentale e la legge sul blocco... inserita:: Agosto 09, 2008, 05:51:23 pm
Legge sul blocco sanitario del mercurio dentale, rifiuto sanitario pericoloso

Dopo tanti anni rispetto all'Europa, anche in Italia abbiamo la legge sul blocco del mercurio dentale. Cominciamo a vedersi circolari informative dei dentisti, lettere UNIDI al Ministro dell'Ambiente e le vendite di separatori stanno aumentando, anche per via di alcune promozioni in corso sul mercato. Purtroppo la nostra cultura sulle norme ISO per i separatori, sull'impiantistica rispettosa di principi ecologici, sulla gestione dei rifiuti e sul rispetto ambientale quale vantaggio competitivo, è quella che è, e non è questa la sede per approfondirla.

Seguono gli articoli e le leggi che dovremmo conoscere per spiegare ai dentisti che, se devono fare uno studio nuovo o cambiare riuniti, sarebbe preferibile che si dotassero del separatore di amalgama.

DL 22/97 (Decreto Ronchi)
Recepisce le direttive europee 91/156, 91/689, 94/62, direttive che danno le linee guida per la gestione dei rifiuti, intesa come produzione, smaltimento, recupero, differenziazione. Art. 7, comma 3, lettera h annovera i rifiuti sanitari come rifiuti speciali che dovranno essere regolamentati con apposito decreto. Art. 10 prevede la responsabilità del produttore dei rifiuti speciali per il corretto recupero o smaltimento degli stessi.

DL 152/99 (Legge delle acque)
Recepisce le direttive europee 91/271 e 91/676 e tutela l'ambiente dall'inquinamento provocato dalle acque.
Allegato 5, Tab. 3 pone il limite di 0,005 mg/l per il mercurio scaricato in fognature pubbliche. Art. 62; Comma 11 I titolari di scarichi esistenti devono adeguarsi alla nuova disciplina entro tre anni dall'entrata in vigore del DL (29/05/02), senza peggiorare nel frattempo l'inquinamento, Comma 12.
Art. 45 Comma 1, tutti gli scarichi devono essere autorizzati e se si scarica in pubblica fogna, l'autorizzazione va richiesta al Comune, Comma 6. Art. 54 Comma 2 Chiunque scarichi acque reflue domestiche (contenenti fattori inquinanti), senza l'autorizzazione di cui art. 45, viene punito con una ammenda da 10 a 100 milioni. Art. 50 accessi e ispezioni. Il titolare dello scarico è tenuto ad acconsentire l'accesso al luogo in cui origina lo scarico ai soggetti incaricati del controllo.
Art. 28 Comma 10. Le Autorità competenti possono promuovere e stipulare accordi e contratti di programma con i soggetti economici interessati al fine di…recuperare materie prime dai fanghi di depurazione, con la possibilità di ricorrere a strumenti economici, di stabilire agevolazioni in materia di adempimenti amministrativi, e di fissare limiti agli scarichi in deroga alla disciplina generale, nel rispetto comunque delle norme comunitarie e nel rispetto degli obiettivi di qualità. Art. 1 Comma 3. Le Regioni regolano la materia disciplinata dal presente decreto.

DL 219/00 (Regolamento rifiuti sanitari)
Recepisce e attua quanto previsto dalla legge 22/97.
Art. 2, Comma 1. Lettera a. Allegato II. I rifiuti sanitari contenenti mercurio C.E.R. 060404 sono classificati tra i Rifiuti Sanitari Pericolosi Non a rischio infettivo. Circolare Ronchi 14/12/99 Omissis. Il corretto smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi dovrà essere dimostrato tramite la conservazione dell'apposita copia del formulario di trasporto ma il singolo dentista è esonerato dalle tenuta dei registri vidimati e dalla comunicazione tramite MUD dei rifiuti sanitari pericolosi prodotti.

Tuttavia la cosa più pratica che si potrebbe fare, al fine di regolamentare il blocco dell'inquinamento da mercurio in un modo razionale e non delegare il tutto alle Regioni, sarebbe un "Accordo di Programma" tra il Ministero dell'Ambiente, della Sanità, dell'Industria e Dentisti, Industriali e Commercianti. (Art. 28 Legge 152/99). La bozza è pronta e darebbe vantaggi enormi a tutti gli attori, riducendo costi e procedure e riqualificando l'immagine di tutto il comparto, visto che l'accordo di programma verrebbe divulgato coi più importanti media a spese del Governo. Speriamo che le Associazioni si incontrino per costruire qualcosa di concreto, magari col modesto contributo di chi scrive. Oltre tutto con l'accordo di programma il Governo italiano potrebbe evitare la procedura di infrazione che la Commissione Europea Ambiente ha aperto sull'argomento. Non ci dobbiamo infatti scordare che in tutta Europa esistono chiari regolamenti per i vecchi riuniti, per le tubazioni, per lo smaltimento, per i nuovi studi e per tutto il resto. Da noi esiste solo un limite (0,005 mg/l) una data (29-05-2002) e una sanzione (10-100 milioni). Per il resto fantasia tutta italiana…

Segue una tabellina informativa al fine di sensibilizzare venditori e dentisti sulla quantità di mercurio (enorme) che se ne va in mare. Si ricorda un ultimo che il consumo di amalgama è in aumento sia in Europa che negli Stati Uniti. E questi sono numeri e non sensazioni. E anche i dentisti italiani comprano moltissimi amalgami come risulta dai moduli Intrastat. Non sono tutti intarsiatori o "compositori" come ci dicono. Fanno andare (in bocca) moltissima amalgama nuova e,se vogliamo credere al loro lato estetico, ne fanno andare ancora di più di quella vecchia (in mare) per far posto ai nuovi materiali.

La quantità massima di mercurio che si può scaricare nella pubblica fognatura è 0,005 mg/l. (DL 152/99)

Se un dentista ogni settimana, demolisce una sola otturazione di grandezza media, che risulta contenere 450 mg di mercurio, e se quel dentista consuma lo stesso quantitativo di acqua di una famiglia di quattro persone che è, in sette giorni, in base alla media nazionale certificata di 2850 litri, quel dentista supera il limite di ben 24 volte. Basta fare i calcoli.

450 mg. Hg:3850 l. H2O= 0,12 mg/l 0,12:0.005= 24

Nella realtà un dentista consuma molto meno acqua di una famiglia e demolisce o installa molte più otturazioni in amalgama di un alla settimana. Tanto è vero che ogni dentista europeo che segue la legge, invia agli smaltitori, ogni anno, 1172 grammi di fanghi (media certificata di 50.000 invii) e dato che il 30% di questo peso è composto da mercurio (352 g), vuol dire che i dentisti superano il limite imposto dalla legge oltre 350 volte, sempre considerando il consumo di acqua medio di una famiglia che è 200.000 litri/anno.

(352.000:200.000=1,76 mg/l 1,76:0,005=352)

Da ciò si deduce che il tipo d'inquinamento di cui stiamo parlando, a livello mondiale, non è poi così trascurabile…oltre 200 T di mercurio.
387  General Category / Diagnostica / Ecografia 3D: il pericolo c'è ma non si vede inserita:: Agosto 09, 2008, 12:29:47 pm
Post del 06/09/06

Fonte: Eugenius S B C et al. Prenatal exposure to ultrasound waves impacts neuronal migration in mice. PNAS 2006, 10.1073/pnas.0605294103.

Gli ultrasuoni emessi dagli apparecchi di ecografia interferiscono con lo sviluppo del cervello dei topi, interrompendone la crescita. Particolarmente dannose sono le esposizioni prolungate: «Lo sviluppo dei neuroni è essenziale per la crescita della corteccia cerebrale», spiega uno degli autori della ricerca pubblicata dal Proceedings of national accademy of science  «Noi abbiamo osservato che nel cervello embrionale del topo sottoposto a ultrasuoni un piccolo ma significativo numero di neuroni non segue lo sviluppo della corteccia e non migra nella posizione giusta».

In poche parole il cervello, durante la sua crescita, perde pezzi per strada.

Il dato potrebbe avere ricadute dirette anche per l’uomo, visto che le indagini diagnostiche con ultrasuoni sono le più utilizzate per controllare lo sviluppo dei feti umani.

Ben inteso, così come bisogna avere cautela nel giudicare quei farmaci che curano molte  malattie negli altri animali, ma non risultano utili quando li si applica all'uomo, così il risultato di questo studio non deve far perdere il sonno alle mamme in gravidanza.

Anzitutto il cervello umano è ben diverso da quello dei topi.
In secondo luogo le tre ecografie previste durante la gravidanza sottopongono i feti umani a una quantità minima di ultrasuoni, tale da non poter essere dannosa.

Tuttalpiù se ne potrebbe ricavare un invito di cautela. Insomma: non esagerare.

Il guaio è che lo spirito commerciale che sta prevalendo in molti settori della medicina fa leva sulla debolezza di alcuni genitori, che non ce la fanno proprio ad aspettare: vorrebbero vedere cosa combina il piccolo demonio quando si agita senza sosta nella pancia materna e vorrebbero vedere qualcosa di meglio e di più rispetto alle ecografie tradizionali nelle quali l’occhio profano, francamente, non distingue nulla.

C’è chi ben conosce questo desiderio e non ha esitato a soddisfarlo con metodiche ecografiche sempre più avanzate, per quanto di utilità clinica non dimostrata.
Ecco così la nascita e la diffusione della ecografia 3D. In Italia sono diversi a proporla. Bébé Life, francese, è però un passo avanti alle cliniche nostrane: offre filmati addirittura della durata di mezz'ora o un’ora; con stampa delle immagini su carta fotografia e persino su maglietta. E’ anche possibile regalare a un’amica  la prestazione che più si adegua alle proprie tasche: i costi variano da 59 a 169 euro.

Queste indagini sono condotte con macchinari che sottopongono il feto a ultrasuoni di maggiore intensità rispetto alle ecografie tradizionali e per un tempo piuttosto lungo, necessario per produrre i filmati. Inoltre, per non deludere le aspettative di chi paga profumatamente, l’operatore deve fare di tutto per rendere “ecogenico” il bimbo: indugiare sul profilo migliore e, nel caso sia impossibile, invitare i genitori a ripassare in altro momento sperando che il soggetto sia in una posizione più favorevole.

La moda dilaga. La Food and Drug Aministration, l'ente federale americano che sovrintende all'uso dei medicinali, ha ritenuto necessario rivolgere alle donne l’invito a non sottoporre il proprio bambino a quest4e ecografie dallo scopo puramente estetico (e commerciale), mentre alcuni stati USA hanno cominciato a limitare la pratica attraverso leggi specifiche.

Gli ultrasuoni dell’ecografia non si possono considerare alla stregua di un innocuo grido di pipistrello, ma come un atto medico a tutti gli effetti.

Sergio Cima
388  General Category / Alimentazione, cibi contaminati da sostanze, controlli, ecc. / GLI ADDITIVI ALIMENTARI inserita:: Agosto 09, 2008, 12:23:30 pm
Gli additivi alimentari seconda della loro funzione, sono suddivisi in categorie a cui è associato un codice, generalmente composto da una E seguita da 3 o 4 cifre. Il codice è valido in tutta Europa.
Qui di seguito trovate una breve descrizione delle categorie di additivi (coloranti, conservanti, edulcoranti…), della loro funzione, utilità o meno e i rispettivi codici.

 
COLORANTI
(da E100 a E 180)

Come indica il nome, vengono utilizzati per attribuire agli alimenti un aspetto più colorato.
La dicitura "coloranti naturali" non significa che provengono dagli ingredienti dell'alimento, ma vuol dire semplicemente che si trovano in natura. Autorizzati in molti alimenti, i coloranti naturali e artificiali permettono troppo spesso di trarre in inganno il consumatore sulla vera natura degli ingredienti utilizzati (per esempio, colorante giallo per suggerire la presenza di uova). Inoltre, certi coloranti provocano allergie in alcune persone.
Molti coloranti sono ingannevoli e inutili. Esempi: tartrazina, amaranto, caramello, curcumina, riboflavina, cocciniglia, rosso barbabietola.

CONSERVANTI
(da E 200 a E 297)

I Conservanti sono sostanze che prevengono la proliferazione di batteri, muffe e fermenti responsabili del deterioramento degli alimenti e sono utili in alcuni casi ben precisi. Per esempio, una piccola quantità di solfiti, decisamente minore rispetto ai livelli consentiti dalle legge in vigore, è accettabile nel vino, perché garantisce una stabilità migliore.
Ma, ancora una volta, i legislatori europei si distinguono per il loro permissivismo, autorizzando conservanti dove sono inutili o inefficaci, (aranciate, caramelle, chewing-gum, gamberetti ..) di fatto, non incoraggiano i produttori a essere particolarmente attenti in materia di igiene e di condizioni di conservazione.
In conclusione, si può dire che i conservanti sono solo a volte indispensabili. Alcuni possono provocare reazioni allergiche. Esempi: acido sorbico, acido benzoico, anidride solforosa, nisina.

ANTIOSSIDANTI E ACIDIFICANTI
(da E 300 a E 385)

Gli antiossidanti sono utilizzati per frenare il deterioramento degli alimenti causato dal contatto con l'ossigeno dell'aria. Il più utilizzato è l'acido ascorbico o vitamina C (E 300).
Gli acidificanti, invece, aumentano l'acidità degli alimenti per prolungare la conservazione o per ragioni di gusto (per esempio, caramelle acidule). La maggior parte degli antiossidanti e degli acidificanti è accettabile e persino utili in certi casi ma, ancora una volta, senza abusarne e se non esiste un'altra soluzione. Esempi di antiossidanti: acido ascorbico, acido citrico, acido tartarico. Esempi di acidificanti: acido adipico, acido succinico.

EMULSIONANTI E ADDENSATI
(da E 400 a E 585)

Questo gruppo comprende anche i gelificanti e gli stabilizzanti. Tutte queste sostanze sono utilizzate per dare consistenza a un prodotto o per mantenerla. Il loro utilizzo è, a volte, giustificato (addensanti per impedire la formazione di cristalli nel gelato, emulsionanti che permettono di sostituire in parte le materie grasse con acqua nelle margarine e nel burro a ridotto contenuto di grasso). Ma più spesso servono per mascherare l'assenza di ingredienti di base (uova nei gelati o maionese) o per vendere l'acqua al prezzo della carne (prosciutti cotti).

Negli alimenti detti light, gli emulsionanti e gli addensanti permettono di sostituire con l'acqua ingredienti calorici come i carboidrati (amidi e zuccheri) e i grassi. Alcuni addensanti sono riconosciuti come allergeni (per esempio, le farine di guar). Esempi di emulsionanti: sucrogliceridi, fosfati d'ammonio. Esempi di addensanti:agar-agar, gomma di guar.

ESALTATORI DI SAPIDITA'
(da E 620 a E 640)

Questi additivi, i più noti dei quali sono i glutammati, servono a intensificare o a modificare il gusto degli alimenti: per questo motivo sono, secondo noi, inutili e ingannevoli in quanto potrebbero mascherare carenze di gusto e quindi una qualità scadente degli alimenti. Il gluttammato monosodico è stato recentemente rivalutato, quando molti studi hanno escluso la sua responsabilità nel provocare disturbi quali la cosiddetta "sindrome da ristorante cinese". In effetti, per questo additivo, la dose giornaliera accettabile è senza limite, il che porterebbe a pensare che non abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana. Inoltre, da studi recenti, sembra improbabile che il gluttammato possa essere responsabile dell'insorgenza di malattie quali il morbo di Alzheimer e di Parkinson. Nonostante questo, in realtà, è ancora considerato un additivo sospetto, in quanto mancano riscontri che possano affermare che sia del tutto sicuro dal punto di vista sanitario. Non dimentichiamo che il gluttammato si può ritrovare in una quantità vastissima di prodotti alimentari e questa assunzione elevata giornaliera può provocare intolleranze anche in chi non è comunemente sensibile a questo additivo. Esempio: glutammato,inosinato,guanilato.

AGENTI DI RIVESTIMENTO (AGENTI LEVIGANTI O LUCIDANTI)
(da E 900 a E 948)

Queste sostanze, applicate alla superficie di un alimento, conferiscono un aspetto brillante o liscio e possono anche costituire un rivestimento protettivo. Tuttavia, in alcuni casi, hanno solamente una funzione estetica: aspetto brillante dei chicchi di caffè, mele…..Questi additivi sono generalmente considerati accettabili dal punto di vista tossicologico. Esempio: cera d'api.

EDULCORANTI ARTIFICIALI
(da E 950 a E 967, E 420, E 421)

Sostituiscono gli zuccheri in alcuni prodotti light come le bibite, i nettari, la gomma da masticare, alcuni dolci, la birra, gli yogurt……Sono accettabili in alcune circostanze (per esempio, per le persone che non possono consumare zuccheri), ma il rischio, soprattutto per i bambini, è che si raggiunga molto rapidamente la dose giornaliera autorizzata per i ciclamati e la saccarina. Esempi: ciclamati, sorbitolo, xilitolo, aspartame, saccarina, maltitolo.

AMIDI MODIFICATI
(da E 999 a E 1518 altre categorie di additivi tra cui gli amidi modificati)

Questi additivi sono ottenuti per mezzo di uno o più trattamenti chimici degli amidi alimentari, derivati, per esempio, dalla fecola di patate. Con un trattamento fisico, per esempio, questi amidi vengono modificati affinchè possano avere la funzione desiderata: amalgamare gli ingredienti, legarli….Non si tratta di sostanze OGM (organismi geneticamente modificati) e sono considerate accettabili dal punto di vista sanitario. Esempio:forfato di diamido, amido acetilato.


LA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI ADDITIVI ALIMENTARI
L'utilizzo di additivi è regolato dalla legge (Dm n. 209 del 27.2.96 e successive modifiche), che stabilisce i criteri generali di utilizzo ed enumera gli additivi autorizzati. Anche se considerati innocui, gli additivi non dovrebbero essere utilizzati se non nei casi in cui veramente indispensabili.

LISTA DEGLI ADDITIVI AUTORIZZATI
Sono ammessi solo gli additivi inseriti nella lista stabilita dall'Unione europea, e, quando è il caso, unicamente per gli alimenti indicati e nelle dosi massime fissate. Gli additivi sono suddivisi in famiglie e in funzione del ruolo che hanno, a ognuno è attribuito un codice, in vigore in tutti i paesi dell'Unione, generalmente composto dalla lettera E (per Europa) seguita da 3 o 4 cifre.

CRITERI BEFFATI
Ma nella pratica, il legislatore è il primo a beffare i criteri generali.
Esempi:
- Nessuna ragione tecnica giustifica l'utilizzo dei coloranti;
- Molti additivi, come i coloranti, spesso gli addensanti e gli esaltatori di sapidità, sono utilizzati allo scopo di camuffare la quantità o la qualità reale degli ingredienti;
- La legge autorizza più additivi del necessario, se è vero che, come provano i nostri test, alcuni di essi non sono amai utilizzati. A questo proposito, l'Unione europea ha, molto spesso, un ruolo negativo. In effetti, le direttive europee in materia sono quasi sempre più tolleranti delle disposizioni legali della maggior parte dei diversi Stati Membri.

DAVVERO INNOCUI?
Visto che i dossier tossicologici, che servono come base per l'autorizzazione degli additivi, sono, a volte, superati o insufficienti e non tengono conto dell'evoluzione delle tecniche di fabbricazione e di conservazione, la lista degli additivi autorizzati contiene ancora sostanze sospette o inutili oppure ammette dosi troppo elevate. Inoltre, alcuni studi preliminari sulla tossicità sollevano alcune problematiche:

- I test di tossicità vengono compiuti sugli animali, che però non reagiscono necessariamente allo stesso modo dell'uomo alle sostanze testate. Inoltre le reazioni individuali sono molto più variabili nell'uomo che negli animali di laboratorio;
- Nessun animale di laboratorio vive quanto un uomo (75 anni di media). E' quindi impossibile studiare in laboratorio gli effetti a lungo termine;
- Alcuni effetti sono difficili da riscontrare sugli animali di laboratorio (per esempio mal di testa, stato depressivo);
- Le dosi quotidiane autorizzate non tengono conto di possibili ipersensibilità personali;
- Gli studi di tossicità non si occupano affatto degli effetti combinati di diversi additivi assorbiti simultaneamente.

Tutto questo conferma il nostro punto di vista: gli additivi dovrebbero essere autorizzati unicamente quando sono indispensabili e il loro utilizzo, teoricamente limitati, dovrebbe essere controllato più rigorosamente.

SOLO SE INDISPENSABILI
Abbiano sempre sostenuto la politica del minor rischio, ma non significa che siamo, per principio, contrari all'utilizzo degli additivi nell'alimentazione. Crediamo, però, che questo debba essere soggetto a precise condizioni:
- Gli additivi non possono comportare rischi per la salute del consumatore: Le autorizzazioni devono considerare che alcuni additivi presentano frequenti rischi di reazioni allergiche e devono inoltre essere oggetto di aggiornamenti regolari in funzione delle nuove conoscenze;
- Gli additivi devono essere tecnicamente indispensabili e possono essere autorizzati solamente se non esistono altre soluzioni ragionevoli;
- Non possono servire a ingannare il consumatore sulla qualità degli ingredienti. I coloranti, per esempio, dovrebbero essere proibiti se utilizzati unicamente per correggere l'aspetto esteriore difettoso. Per alcuni conservanti (es: nitrati/nitriti, anidride solforosa, acido sorbico) i livelli consentiti dalla legge sono troppo elevati: il problema non risiede solo nei rischi sulla salute derivanti da consumi eccessivi, ma il punto fondamentale è che potrebbero mascherare una qualità igienica scadente. Bisogna tenere presente che i conservanti sono impiegati per mantenere entro un certo livello la presenza di microrganismi, non per ridurre il loro numero: ecco perché è fondamentale utilizzare materie prime di qualità e seguire le più scrupolose norme igieniche in tutte le fasi di produzione;
- L'utilizzo in uno stesso prodotto di tanti additivi dello stesso tipo (per esempio, due coloranti o due conservanti) dovrebbe essere vietato;
- La presenza di additivi dovrebbe essere chiaramente indicata nella lista degli ingredienti, la quale dovrebbe essere obbligatoria per tutti i prodotti, senza eccezione.

La maggior parte di queste condizioni figura nella legge sotto forma di criteri generali, ma le prescrizioni dettagliate non le rispettano. Altro problema, quello dell'etichettatura.
Alcuni prodotti, come il vino per esempio, non sono tenuti a indicare la presenza di additivi (conservanti), e questo è inammissibile, perché il consumatore dovrebbe sempre essere informato, se non altro per tenere conto delle sue eventuali allergie.

CHE COSA POTETE FARE?
- Leggete le etichette e scegliete sistematicamente i prodotti che contengono meno additivi, cioè meno E. Farete, in questo modo, capire ai produttori che scegliete, prima di tutto, prodotti di qualità e che non presentano rischi per la salute.
- Evitate i prodotti con un colore troppo appariscente, che rivela chiaramente la presenza di coloranti.
- Imparate ad apprezzare gli alimenti semplici e possibilmente non pronti, poiché la maggior parte di questi contiene molti additivi, tra cui glutammati e conservanti. Consumando molti prodotti pronti assumerete sicuramente dosi massicce di additivi. Inoltre, alcuni conservanti, tra cui soprattutto l'acido sorbico, sono consentiti in un numero decisamente troppo elevato di prodotti alimentari: ne deriva che i livelli d'assunzione tollerati giornalmente, solo per quel conservante, sono facilmente superabili anche con una dieta varia.
- Non fidatevi di liste di additivi fantasiose (come quelle, per esempio, falsamente attribuite all'ospedale francese di Villejuif), diffuse da persone che credono di fare una cosa giusta: spesso non hanno alcuna base scientifica e sono ingannevoli.

Fonte : greensite.it
389  General Category / Alimentazione, cibi contaminati da sostanze, controlli, ecc. / Risultati dell’analisi del WWF sui campioni di cibo europei (21 settembre 2006) inserita:: Agosto 09, 2008, 12:13:09 pm
Luca e Samuele mi hanno inviato questa documentazione ed io la posto in loro vece molto volentieri.
Grazie ragazzi   :D



Alimenti al veleno
Un nuovo dossier del WWF individua 119 sostanze tossiche
in 27 campioni di alimenti di largo consumo.

Per quanto sana sia la nostra dieta non possiamo sfuggire alla…contaminazione globale. Lo sostiene il WWF nel dossier  “La catena della contaminazione globale: il ruolo dell’alimentazione”, secondo il quale la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il DDT e i PCB banditi da decenni) è l’alimentazione.

Il dossier ha presentato il risultato di un’analisi svolta su 27 campioni di alimenti- tutti comprati in supermercati e di marche comuni- provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna, Grecia e Finlandia.

Gli alimenti esaminati appartengono a categorie molto diverse e di largo consumo come prodotti caseari (latte, burro e formaggio), carne (salsicce, petti di pollo , salame, bacon), pesce (salmone, tonno, aringhe), pane, olio d’oliva, miele, succo d’ arancia.

Purtroppo nessuno dei prodotti è risultato esente da tracce di sostanze chimiche; sono stati rintracciati inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell’olio d’ oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il DDT, nel pesce nel burro, nella carne di renna, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce.
“In parallelo con la collaborazione del Prof. Focardi dell’Università di Siena  - afferma il WWF - sono state effettuati test su campioni di lasagna, acquistate nei supermercati di 4 città italiane e sono stati rintracciati più di 40 pesticidi, tra cui il DDT.”

“La catena di contaminazione – afferma il WWF - è un percorso complesso che i composti chimici compiono intorno al mondo dai produttori ai prodotti di consumo, alla fauna selvatica fino agli esseri umani. Sono presenti nelle case, nei luoghi di lavoro e anche a tavola.”

Il WWF ha precisato che “i livelli di contaminanti rilevati negli alimenti analizzati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute (i consumatori non devono allarmarsi o evitare questi cibi), ma deve essere seriamente valutato l’effetto di un’esposizione cronica - anche a basse dosi - di un cocktail di contaminanti attraverso la dieta, soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini.”

Il dossier è stato presentato in vista del voto finale della Commissione ambiente riguardo al Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation, Restriction of Chemicals) per la regolamentazione delle sostanze chimiche.
“Noi crediamo che le sostanze chimiche debbano essere sottoposte ad una normativa più efficace. - commenta Michele Candotti, Segretario generale del WWF Italia -  Siamo alla vigilia del voto su REACH […] e chiediamo ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzione, siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze. E’ necessario, inoltre, che il consumatore sappia quali sostanze sono presenti nei prodotti di uso quotidiano.”

Una scheda di sintesi del risultato delle analisi è disponibile in allegato.

Fonte: wwf.it
390  General Category / Alimentazione, cibi contaminati da sostanze, controlli, ecc. / In America sul pesce etichettatura sul pericolo mercurio. E in Italia quando? inserita:: Agosto 09, 2008, 11:21:54 am
Post del 09/10/06

L'agenzia di sicurezza sanitaria USA, la Food and Drug Administration, ha nascosto alle donne in gravidanza i rischi per gli alti livelli di mercurio nel pesce, in particolare nel tonno.
È la denuncia di un'organizzazione ambientalista, l'Environmental Working Group. E ci sarebbero le prove.

Antefatto: a causa del persistente "allarme mercurio" la FDA (Food and Drug Administration), l'agenzia per il controllo dei cibi e dei farmaci, richiede che sulle confezioni di alcuni prodotti ittici venduti sul territorio americano sia riportata l'avvertenza: "Warning", il mercurio può essere nocivo per le donne in gravidanza e per i bambini.

Il fatto: Secondo l'organizzazione ambientalista americana EWG le diciture d'allarme sui prodotti di più largo consumo sono state omesse "su pressioni della grande industria". Un'accusa non nuova. Che però ora gli attivisti delll'EWG supportano con un voluminoso dossier proveniente dagli stessi uffici della FDA, giunto non si sa come in loro possesso. Lo hanno pubblicato proprio questo venerdì sul loro sito Internet.

Un rapporto ufficiale della National Academy of Sciences stima che 60.000 donne incinte in tutta America stanno mettendo i loro bambini "a rischio" di danni cerebrali e malformazioni a causa dell'alto livello di mercurio nei pesci impiegati per l'alimentazione. L'FDA ordinò di mettere un'etichetta d'avviso su alcuni prodotti ittici (pesce spada, sgombri...) "dimenticando" di segnalare, per esempio, il tonno: e, dunque, esponendo le donne al rischio potenziale di assumere quantità di mercurio che il rapporto della NAS giudica "pericolose".
L'Environmental Working Group (EWG), ha ottenuto 1.036 pagine di documenti interni della FDA, trascrizioni di riunioni ("focus groups") con consumatori per testare i "safety messages" durante i quali, pare, alcuni scienziati della FDA dicevano ai partecipanti che i messaggi dell'agenzia non erano sufficienti a tutelare effettivamente i feti dai possibili danni...

"Ciò che emerge dai documenti della FDA è un'agenzia in disarmo" afferma Laura Chapin, dell'EWG.

In uno dei focus groups un ricercatore della FDA avrebbe raccomandato a una donna in gravidanza di non mangiare più di una scatoletta di tonno a settimana. In un'altra riunione è stato detto: "le razioni che stiamo raccomandando non sono sufficienti per proteggere i feti".

Può essere che gli ufficiali della FDA abbiano ritenuto troppo complesso un messaggio di divieto solo per alcune specie di pesci e di moderazione per altre, decidendo così di semplificarlo.

Può anche essere invece che l'agenzia deputata alla tutela della salute pubblica abbia deliberatamente modificato le proprie valutazioni a causa delle pressioni della grande industria.

Segnaliamo qui che un'altra agenzia federale americana, l'EPA, l'agenzia per l'ambiente, non ha timori nel raccomandare che le donne incinte e i bambini consumino solo piccole quantità di pesce fresco, non più di una volta a settimana.

Fonte: lifegate.it
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