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Disegno di legge C. 1193
per la prevenzione delle malattie croniche degenerative
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Per problemi consultare la guida: http://www.webalice.it/cristiana.distefano/guida_commento.pdf

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Autore Discussione: Fitovigilanza: attenzione alle interazioni tra erbe e farmaci  (Letto 1542 volte)
cristiana
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« inserita:: Luglio 17, 2008, 07:43:04 pm »

Credo sia un bene per tutti consultare bene le indicazioni di FITOVIGILANZA prima di assumere qualsiasi farmaco, per non incappare in gravi effetti collaterali causati da interazioni tra farmaci e sostanze naturali o alimenti.

Per esempio ormai tutti sanno che il  pompelmo non deve essere ingerito se si è in cura con le statine o altri farmaci (c'è un post su questo). Anche l'aglio non va assunto quando si fanno cure con anticoagulanti ed antiaggreganti piastrinici.
Oppure la liquirizia non deve essere ingerita da soggetti che assumono digitale, con elevata pressione sanguigna, patologie cardiache, diabete e malattie renali....
Anche la vitamina D e la  vitamina E non vanno assunte in determinate condizioni....
Questi sono solo alcuni esempi.

Troverete un ampio elenco qui:
http://www.farmacovigilanza.org
Dovete cliccare su Fitovigilanza e su Interazione erbe/farmaci
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« Risposta #1 inserita:: Agosto 12, 2008, 07:42:51 pm »

11 agosto 2008| Fabio Barni

Erbe e farmaci, cocktail pericolosi

Cliccando qui ecco cosa non combinare

Persino i succhi di frutta possono diventare nostri nemici.
Tutti noi e soprattutto gli anziani dobbiamo prendere qualche precauzione.
In combinazione con certi farmaci le bottigliette al pompelmo, spremute d’arancia o nettare di mirtillo possono rivelarsi tossici. Non soltanto i nonni, ma anche tutti coloro che stanno curando malattie croniche o prolungate, devono prendere coscienza «di un problema poco conosciuto» ma studiato anche dall’Istituto superiore di sanità.

Parola di medico: il dottor Fabio Firenzuoli, in servizio all’Usl 11 di Empoli, in provincia di Firenze. È lui a studiare le interazioni fra alcuni medicinali e certe bevande: dirige il Centro di medicina naturale dell’ospedale empolese e presiede l’Associazione italiana dei medici fitoterapeuti. Con le piante (frutta ovviamente compresa) ci si cura e si vive decisamente meglio: e questo si sa. Ma le combinazioni vanno esaminate bene, avverte il medico per non rischiare di procurarsi dei danni pensando invece di fare bene.

«Abbiamo curato una paziente colpita da un’epatite fulminante – ricorda Firenzuoli – per l’effetto tossico dovuto alla combinazione fra un farmaco contro l’asma, che prendeva tranquillamente da anni, e una pianta, il cosiddetto papavero della California, oggi molto in voga, comprata in erboristeria. È bastato che la consumasse due volte per compromettere il fegato». Insomma, il rimedio naturale contro l’ansia si è rivelato un vero e proprio killer in combinazione con il farmaco antiasmatico.

Casi estremi (e rari) a parte, a destare preoccupazione, oltre ai succhi di frutta, sono anche il tè e tutte le bevande (dalla cola a certi energetici) che contengono caffeina. E gli agrumi, pompelmo in testa, sono fra i principali imputati: sono loro a fare alzare la tossicità di alcuni medicinali.
L’indicazione vale anche per l’arancia, il limone o anche il pomodoro, per le bibite ai frutti di bosco e quelle ai frutti tropicali. «Non tutte le combinazioni farmaci-succhi di frutta provocano naturalmente gli effetti negativi, ma è interessante tenere conto di alcune informazioni di cui oggi disponiamo», spiega Fabio Firenzuoli .
Per dissetarsi, cardiopatici, diabetici, depressi e altre persone in cura fanno in definitiva meglio a sorseggiare un semplice bicchier d’acqua. Dissetante e senza controindicazioni.

Il pompelmo è il maggiore imputato: alcune sue sostanze (flavonoidi e furocumarine) impediscono all’organismo di smaltire i farmaci a livello intestinale, ovvero bloccano le funzioni della cosiddetta p-glicoproteina e lo stesso apparato di demolizione presente nel fegato (i citocromi). Il risultato è intuibile: i farmaci si accumulano rapidamente nell’organismo, ben oltre il livello normale. I più facilmente coinvolti sono le statine, i calcioantagonisti e la ciclospirina, che possono provocare, rispettivamente, problemi muscolari, bruschi calidi pressione e palpitazioni, danni renali. Altri farmaci sono gli ansiolitici e i farmaci contro le aritmie e l’asma bronchiale.

Dal momento che il succo di pompelmo è considerato dimagrante, molto pericoloso può essere associarlo con farmaci anoressizzanti, perchè ne aumenta la tossicità sul cuore e sul sistema nervoso. Stesso discorso per gli altri succhi di agrumi (arancio, limone e simili) che contengono sostanze molto simili,

Sconsigliabile anche il succo di mirtillo per i pazienti in terapia con anticoagulanti orali, perchè ne aumenta l’efficacia, con rischio di emorragie.
Il succo di aloe, indicato anche in caso di gastrite, riduce invece l’efficacia di alcuni farmaci utilizzati durante la chemioterapia, mentre può aumentare l’effetto dei farmaci antidiabetici orali.
Perfino il succo di melograno, oggi sempre più spesso consigliato come depuratitvo, rinfrescante e antitumorale, può interferire con i farmaci antidiabetici, ma anche con antidepressivi ed antinfiammatori.

Diverso è il discorso se la frutta viene mangiata. In tal caso, «le fibre trattengono le sostanze che interagiscono con i farmaci», conclude Firenzuoli, e comunque la concentrazione delle stesse sostanze è inferiore. Insomma niente allarmi inutili e, quando sarà stagione, le arance mangiatele.

Fonte: ilsecoloxix.it
« Ultima modifica: Agosto 12, 2008, 07:52:10 pm da cristiana » Registrato

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