Autore Topic: Infezione da parassiti - Scabbia  (Letto 12454 volte)

cristiana

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Infezione da parassiti - Scabbia
« il: Settembre 07, 2010, 12:15:44 »
La scabbia: prevenzione e trattamento

La scabbia è contagiosa?
La scabbia è solitamente una parassitosi di modesta contagiosità e di scarsa gravità.
Il serbatoio d’infezione è l’uomo. Il contagio avviene per contatto diretto cute – cute. Meno frequente è la trasmissione indiretta, ad esempio attraverso la biancheria e le lenzuola contaminate da poco tempo dalla persona infetta o anche attraverso oggetti. La probabilità che si sviluppino casi secondari, conseguenti a contatti occasionali, è molto bassa.
Eventuali epidemie causate da soggetti malati presuppongono un contatto prolungato e si hanno, in genere, solo tra soggetti conviventi o contatti sessuali (epidemie intrafamiliari).
Le persone già immunocompromesse (es. HIV+, anziani, ecc.) sono invece a maggior rischio di contagio e nelle comunità in cui sono ospiti possono verificarsi più facilmente epidemie di scabbia.


Come trattare il paziente affetto da scabbia ?
La terapia della scabbia è, salvo qualche eccezione, topica: il prodotto anti-scabbia va applicato su tutta la superficie cutanea, dal collo ai piedi (esclusi il capo - a meno che non sia direttamente colpito dall’infestazione
- e l’intera zona circostante l’ano e i genitali). Il tempo di contatto deve essere di 24 ore, senza lavarsi, ciò vale anche per le mani, che, se vengono lavate prima di questo tempo, devono essere ritrattate.
L’applicazione deve essere accurata, specie sulla pelle tra le dita e intorno alle unghie (utile uno spazzolino).
Non sempre un ciclo di trattamento è sufficiente ad eliminare in modo completo l’infestazione: a volte a distanza di una settimana può essere indispensabile effettuare un secondo ciclo, su indicazione dello specialista.
La diagnosi si effettua tramite osservazione al microscopio e gli esiti del trattamento e la valutazione della sua efficacia sono possibili dopo circa 28-30 giorni.
Tuttavia, dopo 48 ore si può solitamente già notare una diminuzione del prurito. Il persistere del prurito, anche per una o 2 settimane dopo il ciclo di trattamento anti-scabbia, non è tuttavia da considerarsi necessariamente un fallimento della terapia, potendo essere legato a fenomeni di sensibilizzazione e/o all’azione irritante del farmaco usato per eliminare il parassita.
Le possibili papule post-infestazione valutate dallo specialista dermatologo possono essere trattate con pomate; nei casi di infezione batterica delle lesioni da grattamento, è indicato l’uso di un antibiotico (di solito per bocca).
Può essere utile la somministrazione serale di un farmaco per bocca, per ridurre il prurito. Abitualmente i prodotti antiscabbia sono applicati dopo un bagno caldo; tuttavia questo non è necessario, anzi, esistono evidenze che un bagno caldo possa aumentare l’assorbimento del farmaco, riducendone la concentrazione nella sede d’azione, cioè sulla cute.
Il giorno successivo al trattamento è necessario fare un bagno di pulizia e cambiare biancheria personale e lenzuola.

Che precauzioni sono consigliabili?
La disinfestazione ambientale non è di alcuna utilità.
La biancheria intima, gli abiti e le lenzuola usati dal paziente nei 3 giorni precedenti la diagnosi e fino a trattamento concluso devono essere lavati utilizzando il lavaggio a 90° C, poiché a questa temperatura l’acaro muore. Gli indumenti che non si possono lavare in questo modo (es. calzature, cappelli ecc.) devono essere puliti secondo le specifiche istruzioni per tipo di capo e successivamente chiusi in sacchetti di nylon per alcuni giorni (meglio una settimana). Per la pulizia di materassi, divani, cuscini, moquette si consiglia l’impiego di elettrodomestici a vapore.
In alternativa, è utile che i materassi e i cuscini vengano avvolti in sacchi di nylon per una settimana, tenuti a parte in ambiente chiuso o trattati con insetticida. La pulizia della casa avviene come di norma prestando però maggior attenzione alla rimozione dello sporco da angoli e intercapedini e dagli oggetti che possono essere toccati direttamente dalla pelle di più persone, come il WC e il bidet.
La disinfestazione ambientale vera e propria di solito non è indicata perché l’acaro sopravvive non più di qualche giorno se non a contatto con la pelle.

Fonte: dialogosuifarmaci.it
Cristiana

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