Autore Topic: La sigaretta elettronica  (Letto 17438 volte)

cristiana

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La sigaretta elettronica
« il: Settembre 11, 2010, 03:02:02 »
Settembre 2010

La sigaretta elettronica, brevettata in Cina nel 2003, ha tutto l'aspetto di una normale sigaretta. In commercio ne esistono varie "marche" molto simili quanto a struttura e funzionamento.
Sono costituite da un cilindretto esterno (di acciaio o plastica) con diversi componenti: un inalatore, una cartuccia o filtro, una batteria elettrica ricaricabile che fornisce energia ad un dispositivo di vaporizzazione che viene attivato dall'aspirazione generando un vapore che viene inalato procurando una sensazione simile a quella del fumo. Un led luminoso, posto sulla punta della sigaretta si illumina quando si aspira simulando la brace di una normale sigaretta.

Tra i vari prodotti tuttavia esistono differenze importanti nel contenuto dei filtri da inserire nella "sigaretta": alcuni hanno un contenuto fisso di nicotina, altri un contenuto scalare; altri ne sono del tutto privi e contengono semplicemente acqua distillata e aromi.
La sigaretta elettronica consente di inalare nicotina (quando presente) senza inalare il catrame di tabacco e i prodotti della sua combustione; inoltre la sigaretta elettronica può essere utilizzata anche dove esiste il divieto di fumo.

I produttori affermano che, dopo alcuni mesi di utilizzo della sigaretta elettronica, la dipendenza dalla nicotina si dovrebbe ridurre e chi è legato alla gestualità del "fumare" può passare alle cartucce contenenti solo aromi.

I produttori però per il momento non forniscono la composizione completa degli additivi presenti nelle cartucce filtro e ciò rappresenta un elemento di preoccupazione per le autorità sanitarie.


Quali dati sostengono la sicurezza di questi dispositivi?
La mancanza di dati scientifici è proprio l'aspetto critico di questi dispositivi.

Per quanto riguarda l'efficacia, nessun tipo di sigaretta elettronica è stata sottoposta a valutazione clinica (di efficacia e assenza di tossicità) né ha ricevuto una autorizzazione come strumento di disassuefazione dal fumo da alcuna autorità scientifica.
Questa è la differenza fondamentale rispetto ai medicinali contenenti nicotina, indicati per la disassuefazione dal fumo, in vendita in farmacia o parafarmacia, che, al contrario, sono stati sottoposti a rigorose sperimentazioni cliniche.

Come va utilizzata? Per quanto tempo in un giorno? Va utilizzata in modo diverso se si è forte fumatore o se ci si accontenta di una sigaretta ogni tanto? Un filtro corrisponde a un numero variabile di sigarette a seconda della marca. Ma come si fa a sapere quante aspirazioni fare, quando fermarsi? Dopo quanto tempo si può passare ad una concentrazione di nicotina inferiore? Quanto tempo occorre prima di potersi ritenere "ex fumatori"? Quante persone ottengono veramente il risultato di smettere di fumare? Fino a quando tutte queste domande non avranno una risposta chiara l'affermazione che la sigaretta elettronica è uno strumento per la disassuefazione dal fumo non può ritenersi fondata.
 
Mancano perciò troppe informazioni per consigliare la sigaretta elettronica per smettere di fumare.
Non ci sono infatti al momento prove né che sia utile né che sia dannosa. Inoltre, dal momento che non si consuma rapidamente come una normale sigaretta, si potrebbero essere indotti ad abusarne, creando una nuova dipendenza.

Naturalmente, per i filtri privi di nicotina, rimane l'incognita della potenziale tossicità che possa derivare dall'inalazione prolungata di sostanze come il glicole propilenico e le sostanze aromatizzanti.
Per questo motivo il Ministero della Salute italiano ha imposto, che le sigarette elettroniche siano per il momento etichettate nello stesso modo dei prodotti tossici e nocivi.
 
Il fenomeno "sigaretta elettronica" è molto recente ma sta interessando moltissimi Paesi e si sta diffondendo in modo estremamente rapido. E' auspicabile perciò che le autorità sanitarie europee e italiane colmino al più presto il vuoto normativo in cui si colloca questo dispositivo, chiarendone la classificazione e, di conseguenza, i canali autorizzati per la vendita ma soprattutto che si definiscano efficacia e sicurezza nelle reali condizioni di impiego. Se è vero che qualsiasi strategia che miri a ridurre i danni alla salute causati dal fumo va vista con soddisfazione, è anche vero però che non può eludere le regole che sono state fissate per proteggere la salute dei consumatori.

Fonte
Cristiana

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