Autore Topic: I bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale  (Letto 13695 volte)

cristiana

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07-09-09

I bifosfonati per via iniettiva associati a nefrotossicità
I bifosfonati trovano indicazione nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale, ipercalcemia associata a malattia neoplastica, e nelle metastasi ossee osteolitiche.

I bifosfonati per os sono principalmente impiegati nel trattamento dell’osteoporosi in postemenopausa, e non sono associati a significativa nefrotossicità.
Al contrario, la nefrotossicità, sia dose-dipendente e tempo di infusione-dipendente, è un significativo fattore limitante l’uso dei bifosfonati per via iniettiva.

I due principali bifosfonati per via endovenosa disponibili negli Stati Uniti per il trattamento dell’ipercalcemia correlata al tumore e della malattia ossea osteolitica sono lo Zoledronato ( Aclasta, Zometa ) e il Pamidronato ( Aredia ).
La nefrotossicità, descritta con questi due farmaci, consiste, rispettivamente, in necrosi tubulare acuta tossica e glomerulosclerosi segmentale focale.

La grave nefrotossicità da questi due bifosfonati può essere evitata monitorando accuratamente i livelli di creatinemia prima e durante il trattamento, ed aggiustando i dosaggi nei pazienti con preesistente malattia renale cronica.

Nei pazienti con osteoporosi postemenopausale, lo Zoledronato e il Pamidronato sono associati ad un significativamente minore incidenza di nefrotossicità, dovuta ai più bassi dosaggi impiegati e ai più lunghi intervalli di somministrazione.

L’Ibandronato ( Boniva ) è approvato negli Stati Uniti per il trattamento dell’osteoporosi in post-menopausa, e in Europa per il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale e per la malattia ossea associata ai tumori.
I dati disponibili stanno ad indicare che l’Ibandronato ha un sicuro profilo renale senza evidenza di nefrotossicità, anche nei pazienti con anormale funzione renale al basale. ( Xagena_2008 )

Perazella MA, Markowitz GS, Kidney Int 2008;74:1385-1393

Fonte: Osteoporosi.net
xagena.it
MedicinaNews.it
« Ultima modifica: Settembre 10, 2010, 11:04:03 da cristiana »
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Re:I bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale
« Risposta #1 il: Settembre 10, 2010, 11:08:20 »
FDA: revisione dei dati sui bifosfonati orali e rischio di frattura sottotrocanterica atipica del femore

I bifosfonati orali sono farmaci comunemente prescritti nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi nelle donne in postmenopausa.

Recenti report hanno posto la questione se l’uso dei bifosfonati fosse associato al rischio di frattura sottotrocanterica atipica del femore.

I dati finora analizzati dall’FDA non hanno mostrato una chiara connessione tra uso dei bifosfonati e rischio di fratture sottotrocanteriche atipiche del femore.

Sulla base dei case report, pubblicati, di fratture sottotrocanteriche atipiche del femore che si erano presentati nelle donne con osteoporosi che facevano uso dei bifosfonati, l’FDA nel 2008 aveva chiesto alle società produttrici di fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questi farmaci .
I dati pervenuti all’FDA non hanno mostrato nessun aumento del rischio nelle donne che hanno fatto uso dei bifosfonati.

L’FDA ha compiuto una revisione di un articolo apparso sul Journal of Bone and Mineral Research, che ha analizzato i dati di due ampi studi osservazionali nei pazienti con osteoporosi.
Gli Autori avevano concluso che le fratture sottotrocanteriche atipiche del femore presentavano molte caratteristiche in comune con le classiche fratture osteoporotiche dell’anca, tra cui l’età dei pazienti, il genere, e il meccanismo del trauma. E’ emerso che le donne che assumono i bifosfonati e quelle che non assumono questi farmaci presentano numeri simili di fratture sottotrocanteriche atipiche del femore, rispetto alle classiche fratture osteoporotiche dell’anca.

Informazioni per il medico e per le pazienti
L’FDA ha segnalato ai medici che esiste un possibile rischio di fratture sottotrocanteriche atipiche del femore nei pazienti che assumono i bifosfonati per os. Ha invitato a continuare a seguire le raccomandazioni presenti nelle schede tecniche di questi farmaci.

I pazienti, che stanno assumendo i bifosfonati, non devono interrompere la terapia senza il parere del proprio medico curante. Devono informare prontamente il medico della comparsa di dolori all’anca o alla coscia.

I più comuni bifosfonati per os sono: Fosamax ( Acido Alendronico, Alendronato ), Actonel ( Acido Risedronico, Risedronato ), e Boniva ( Acido Ibandronico, Ibandronato ). ( Xagena2010 )

Fonte: FDA, 2010
           Endo2010 Farma2010
           xagena.it
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Re:I bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale
« Risposta #2 il: Settembre 10, 2010, 11:12:55 »
Rischio di cancro all’esofago per le persone che assumono bifosfonati per os per lungo periodo ( 2010 )

Le persone che assumono i bifosfonati per via orale per più di 5 anni possono raddoppiare il rischio di sviluppare un tumore della gola o dell’esofago.

Questo è il primo studio di grandi dimensioni e con periodo osservazionale di lungo periodo che ha evidenziato questo effetto.

I bifosfonati sono una classe di farmaci impiegata per prevenire le fratture ossee e la riduzione della densità minerale ossea associata alla menopausa e all’osteoporosi.
I più noti bifosfonati per os sono: Fosamax ( Alendronato ), Actonel ( Risedronato ) e Boniva ( Ibandronato ).

Ricercatori inglesi hanno analizzato i dati del database UK General Practice Research, contenente i dati di uomini e donne di età superiore ai 40 anni, a cui era stato diagnosticato un tumore dell’esofago, dello stomaco o del colon-retto nel periodo 1995-2005.

E’ stato osservato che le persone con 10 o più prescrizioni di bifosfonati orali, o con prescrizioni per più di 5 anni, avevano quasi un raddoppio del rischio di tumore esofageo, rispetto alle persone con nessuna prescrizione di bifosfonati.

Non è stata invece riscontrata nessuna correlazione tra uso di bifosfonati per os e tumore dell’intestino e dello stomaco. ( Xagena2010 )

Fonte: British Medical Journal, 2010
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