Autore Topic: Infezione da Dracunculosi  (Letto 17268 volte)

cristiana

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Infezione da Dracunculosi
« il: Settembre 07, 2010, 12:37:26 »
La dracunculosi è endemica in buona parte dell'Africa tropicale, India, Pakistan, Medio oriente, alcune zone dell'America meridionale e India occidentale. Da 10 a 40 milioni di persone sono infettate annualmente in tutto il mondo.

Gli uomini si infettano bevendo acqua contenente micro-crostacei infetti.
Le larve penetrano la parete intestinale, maturano in vermi adulti e migrano nel tessuto connettivo.
Quando la femmina gravida migra verso il tessuto sottocutaneo, l'estremità cefalica del verme produce una papula dura che forma una vescicola e che alla fine si ulcera.
A contatto con l'acqua, un'ansa dell'utero prolassa attraverso l'estremità anteriore del verme e rilascia larve mobili nell'acqua.
Se non ci sono complicanze, l'espulsione del verme attraverso la sacca cutanea richiede 1-3 sett. di ripetute immersioni nell'acqua.
I vermi che non riescono a raggiungere la cute si disintegrano e sono riassorbiti o calcificano.
Nella maggior parte delle aree, un episodio infettivo dura circa 1 anno e la trasmissione si verifica ogni anno nella stessa stagione.

Sintomi e segni
L'infezione è generalmente asintomatica durante il primo anno.
Il sintomo d'esordio coincide con l'eruzione del verme. I sintomi locali includono prurito intenso e un dolore urente a livello della piccola sacca. Orticaria, eritema, dispnea, vomito e prurito sono ritenuti essere il riflesso della reazione allergica a prodotti tossici del verme che forma la sacca.
Se il verme si rompe durante l'espulsione o l'estrazione e le larve sfuggono nei tessuti segue una grave reazione infiammatoria con dolore intenso.
I sintomi cessano e l'ulcera guarisce una volta che il verme adulto è stato espulso. In circa il 50% dei casi, si verificano infezioni batteriche secondarie lungo il percorso del verme emergente. Le sequele croniche includono anchilosi fibrosa delle articolazioni e contrazioni tendinee.

Diagnosi
La diagnosi è ovvia una volta che la testa del verme adulto appare sulla superficie dell'ulcera. Il rilascio delle larve può essere stimolato raffreddando l'area ulcerata.
Vermi calcificati possono essere localizzati con esami radiologici (sono stati trovati nelle mummie egiziane).
Un test cutaneo con estratto crudo del verme produce un pomfo e una reazione urente, ma è spesso negativo prima che il verme femmina emerga. Gli esami sierologici non sono specifici.

Prevenzione e terapia
Sebbene la profilassi con dietilcarbamazina sembri essere efficace, il metodo più semplice per prevenire l'infezione è filtrare l'acqua da bere attraverso un pezzo di garza.
La terapia consiste nella lenta rimozione del verme adulto per giorni e settimane arrotolandolo su un bastoncino.
La rimozione chirurgica, che può ridurre l'inabilità, è possibile ma solo a volte disponibile nelle aree endemiche. L'effetto benefico del tiabendazolo (50-75 mg/kg PO in 2 dosi frazionate per 3 giorni) o del metronidazolo (250 mg PO tid per 6 giorni) è stato attribuito alle proprietà antiinfiammatorie e antibatteriche dei farmaci piuttosto che ai loro effetti antielmintici.
La prevenzione delle infezioni secondarie e la riduzione della risposta infiammatoria locale con antibiotici topici e idrocortisone (o con antibiotici sistemici se necessario) può accelerare l'espulsione del verme e l'estrazione.

Fonte: msd-italia.it
Cristiana

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