Autore Topic: Amianto, 7mila siti da bonificare entro il 2015  (Letto 17862 volte)

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Amianto, 7mila siti da bonificare entro il 2015
« il: Febbraio 15, 2012, 02:12:01 »


(red.) Il 17 gennaio 2006 è stato pubblicato sul B.U.R.L. (Bollettino Ufficiale Regione Lombardia) il “Piano Regionale Amianto Lombardia” (PRAL) approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 8/1526 del 22 dicembre 2005.
Il Pral persegue diversi obiettivi strategici: innanzitutto il censimento e la mappatura dei siti con amianto da completarsi entro gennaio 2009; l’eliminazione dell’amianto dal territorio lombardo entro 10 anni dall’entrata in vigore del Piano (quindi entro il 2015); la prescrizione scadenzata delle bonifiche sulla base della pericolosità del sito; la messa in sicurezza dei siti dismessi con presenza di amianto e/o altre sostanze tossiche e non utilizzati fino alla completa bonifica e, infine, l’istituzione, presso i Dipartimenti di Prevenzione Medico delle Asl, del Registro dei lavoratori esposti ed ex esposti la cui sorveglianza dovrà essere attivata entro gennaio 2007 a partire dai lavoratori ex esposti che, in possesso dei requisiti, ne abbiano fatto richiesta.
Alle Aziende sanitarie locali  spettano diversi compiti: il censimento dei siti con presenza di amianto in collaborazione con i Comuni e le Province e la realizzazione del relativo Registro la cui implementazione costituirà base di partenza per la relazione annuale al Consiglio Regionale (prevista dall’art. 8 comma 3 della l.r. n. 17 del 29 settembre 2003); la realizzazione di un registro delle imprese che effettuano attività di smaltimento di amianto o di materiali contenenti amianto; l’istituzione e l’implementazione del Registro dei lavoratori esposti ed ex esposti e la relativa sorveglianza sanitaria; la formazione e l’aggiornamento per addetti e per coordinatori delle imprese che effettuano attività di bonifica e smaltimento di materiale contenente amianto.
Alla luce di questo documenti, i cui dati sulla mappatura dei siti in cui è presente l’asbesto sono stati aggiornati al gennaio di questo anno ed emerge che nella provincia di Brescia le strutture in attesa di bonifica certificate dall´Asl sono 6.902 di cui 6.522 situate all´interno del territorio di competenza dell´Azienda sanitaria locale cittadina.
Per il comprensorio Asl “Sebino-Valcamonica” i siti ancora da bonificare sono 380.
La maggior parte delle strutture che attendono di essere bonificate sono di natura “privata”, 731 (sul totale) quelle a carattere pubblico.
Per molti anni il rischio di esposizione alle fibre di amianto è stato legato soltanto ai lavoratori del settore; solo a partire dagli anni ottanta l’attenzione si è spostata sulle esposizioni non professionali e sulla possibilità di considerare l’amianto un contaminante ambientale.
Sulla base di queste considerazioni, oltre alla Legge 257/92 (seguita dal D.. Lgs.. N° 257/2006), che vieta nel nostro Paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, sono stati emanati alcuni decreti e circolari applicative con l’obiettivo di gestire il potenziale pericolo derivato dalla presenza di amianto negli edifici, manufatti e coperture.
Lo smaltimento dell’amianto prevede un protocollo preciso che viene affidato ad aziende specializzate.
In ogni caso, per prima cosa, è necessario presentare all’Asl competente sul territorio un piano di smaltimento: quindi i tecnici specializzati provvedono all´incapsulamento  delle lastre di eternit da rimuovere che verranno poi sigillate in bancali  e trasportate nelle discariche autorizzate. Nella nostra provincia strutture di questo tipo per il conferimento dell’amianto sono a Brescia (la Profacta a San Polo, al centro di una dura battaglia combattuta dai comitati cittadini che si oppongono all’attività) e a Montichiari, dove è entrata in recentemente  in funzione la Ecoeternit che ha una capacità di 526 mila metri cubi. La avvenuta certificazione deve essere poi notificata alla Asl.
Avviene purtroppo anche il caso che, come dimostra un episodio recente rilevato tra Castegnato e Gussago, dove un bancale di eternit è stato rinvenuto abbandonato sotto un cavalcavia, poiché, con molta probabilità, chi doveva occuparsi del suo conferimento ha preferito lasciare il pericoloso materiale piuttosto che assumersi i costi dello smaltimento, che le procedure non vengano rispettate.
I costi sono stati fissati in un prezziario di riferimento dallo stesso Pral: per esempio, dover rimuovere 100 metri quadrati di asbesto comporta una spesa di circa 1300 euro.
Bonificare l’intera provincia bresciana dall’amianto entro il 2015 comporterebbe, secondo quanto previsto dal Pral, l’ipotesi di realizzare sette degli 11 poli di bonifica ipotizzati sul territorio regionale.  Rapporto basato sulla presenza effettiva del materiale da smaltire nel Bresciano, ma che rischia di portare sul nostro territorio circa  2,7 milioni di metri cubi di amianto, oltre un terzo del volume della Lombardia.
Che il tema sia scottante  e di non facile soluzione lo dimostra anche la mobilitazione che ha suscitato a Ginaico l’ipotesi di realizzare un impianto sperimentale per il trattamento dell’eternit nella zona industriale del paese. Il comitato spontaneo “No amianto” ha raccolto già 10mila firme e la campagna contro l’impianto prosegue con nuove iniziative. Anche nel Cremonese, dopo una lunga battaglia dei cittadini e degli ambientalisti, il sito individuato a Cappella Cantone, è stato “congelato”. Vicenda che, lo ricordiamo, riguarda anche la nostra realtà perchè da questa ha preso l’avvio l’indagine che ha poi condotto l’arresto dell’ex vicepresidente del Consiglio  regionale lombardo Franco Nicoli Cristiani e di altre nove persone, indagate per tangenti e traffico illecito di rifiuti.

Fonte
Cristiana

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