Autore Topic: Suicidabilità con i farmaci antiepilettici  (Letto 11577 volte)

cristiana

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Suicidabilità con i farmaci antiepilettici
« il: Luglio 31, 2010, 07:14:34 »
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha analizzato le segnalazioni di suicidabilità ( comportamento o ideazione suicidaria ) da studi clinici controllati con placebo, riguardanti 11 farmaci impiegati per trattare l’epilessia, così come i disordini psichiatrici ed altre condizioni.

Nell’analisi dell’FDA, i pazienti, che hanno assunto farmaci antiepilettici, hanno quasi raddoppiato il rischio di comportamento suicidario o di ideazione suicidaria ( 0,43% ), rispetto ai pazienti riceventi placebo ( 0,22% ).

L’aumentato rischio di comportamento e di ideazione suicidaria è stato osservato precocemente, già dopo aver iniziato il trattamento con il farmaco antiepilettico e si è mantenuto nel corso dei 24 mesi.

I pazienti, che erano trattati per epilessia, disordini psichiatrici ed altre condizioni, erano tutti ad aumentato rischio di suicidabilità, rispetto al placebo.
Il rischio relativo di suicidabilità è risultato più alto nei pazienti con epilessia rispetto ai pazienti a cui era dato il farmaco per condizioni psichiatriche o altro.

Tutti i pazienti che stanno assumendo o che stanno iniziando ad assumere un farmaco antiepilettico dovrebbero essere strettamente monitorati per il presentarsi di rilevanti cambiamenti comportamentali, che possono rappresentare dei segnali per l’insorgenza o il peggioramento di ideazioni suicidarie o di stati depressivi.

L’FDA ha compiuto una revisione di 199 studi clinici controllati con placebo, che hanno utilizzato 11 farmaci antiepilettici. Sono stati anche analizzate le segnalazioni di comportamento suicidario ( suicidio completo , tentativi di suicidio, ed altri preparativi ) ed ideazione suicidaria.

Gli studi hanno analizzato l’efficacia dei farmaci nell’epilessia, disordini psichiatrici ( es. disturbo bipolare, depressione ed ansia ) ed altre condizioni ( es emicrania, sindrome del dolore neuropatico ).

L’analisi ha incluso un totale di 43.892 di pazienti di 5 anni d’età o superiore ( 27.863 nei gruppo di trattamento farmacologico e 16.029 nel gruppo placebo ).
E’ stato osservato un aumento statisticamente significativo del rischio di comportamento suicidario e di ideazione suicidaria nei pazienti assegnati in modo casuale a ricevere un farmaco antiepilettico, rispetto ai pazienti che ricevono placebo.
Il rischio generale stimato era circa 2 volte quello del gruppo placebo: 2,1 pazienti nel gruppo trattamento hanno sperimentato un comportamento suicidario o ideazione suicidaria, rispetto al gruppo placebo.

Quattro pazienti, che stavano assumendo farmaci antiepilettici hanno commesso un suicidio, contro nessuno dei pazienti trattati con placebo.
L’aumentato rischio di comportamento suicidario e di ideazione suicidaria è stato osservato ad una settimana dopo aver iniziato ad assumere il farmaco, ed è continuato per almeno 24 settimane.
Poiché la maggior parte degli studi, inclusi nell’analisi, non avevano durata superiore alle 24 settimane, il rischio di pensieri o comportamenti suicidari oltre le 24 settimane potrebbero non essere stati valutati in modo attendibile. ( Xagena2008 )

Fonte: FDA, 2008
Farma2008 Neuro2008 Psyche2008
farmacologia.net

Cristiana

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Re:Suicidabilità con i farmaci antiepilettici
« Risposta #1 il: Settembre 10, 2010, 09:41:32 »
I farmaci antiepilettici associati a suicidabilità

L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha completato l’analisi delle segnalazioni di suicidabilità ( comportamento o ideazione suicidaria ), provenienti da studi clinici controllati con placebo di 11 farmaci impiegati per il trattamento dell’epilessia, così come i disturbi psichiatrici e altre condizioni.

Nell’analisi compiuta dall’FDA, i pazienti trattati con farmaci antiepilettici avevano approssimativamente un rischio doppio di comportamento suicidario o di ideazione suicidaria ( 0.43% ), rispetto ai pazienti che avevano assunto il placebo ( 0.24% ).

L’aumentato rischio di comportamento e ideazione suicidaria è stato osservato precocemente, già alla prima settimana dall’inizio della terapia con farmaci antiepilettici e questo rischio si è mantenuto per tutta la durata del trattamento.

I pazienti, trattati per epilessia, disturbi psichiatrici e altre condizioni, erano tutti ad aumentato rischio di suicidabilità, rispetto al placebo.
Il rischio relativo di suicidabilità è risultato più alto nei pazienti con epilessia rispetto ai pazienti in cui questi farmaci erano prescritti per disturbi psichiatrici o altro.

Tutti i pazienti che stanno attualmente assumendo o iniziando ad assumere farmaci antiepilettici dovrebbero essere strettamente monitorati per evidenti cambiamenti comportamentali che potrebbero indicare l’emergere o il peggiorare di pensieri suicidari o depressione.

Sulla base di questi dati l’FDA sta richiedendo l’inclusione nella scheda tecnica di questi farmaci di un warning e la preparazione di un Medication Guide in modo da informare i pazienti riguardo ai rischi di pensieri suicidari o di azioni suicidarie. ( Xagena2009 )

Fonte: FDA, 2009
           Neuro2009 Farma2009 Psyche2009
           xagena.it



Uno studio osservazionale non ha confermato l’associazione tra antiepilettici e rischio di suicidio

Nel 2008, l’FDA ( Food and Drug Administration ) aveva imposto l’aggiunta di un warning ( avvertenza ) sulla scheda tecnica dei farmaci antiepilettici, riguardo ad un aumentato rischio di comportamenti suicidari.
L’FDA era giunta a queste conclusioni dopo aver revisionato 199 studi; dall’analisi era emerso un rischio di comportamenti suicidari raddoppiato tra i pazienti trattati con gli antiepilettici.

Ora uno studio osservazionale compiuto su più di 5 milioni di cartelle cliniche di pazienti in Gran Bretagna, ha confutato la tesi dell’associazione tra farmaci antiepilettici e rischio di suicidio.

Secondo gli Autori non sarebbero i farmaci antiepilettici a provocare un aumento del rischio di suicidio, bensì la malattia.
Il trattamento con antiepilettici aiuta a controllare le manifestazioni psichiatriche che sono alla base del comportamento suicidario.

Il nuovo studio ha preso in esame 5.130.795 pazienti, che avevano frequentato un ambulatorio di medicina generale nel periodo 1988-2008.
I Ricercatori hanno, per prima cosa, identificato i pazienti a cui era stata fatta diagnosi di epilessia, depressione o disturbo bipolare, questo per il fatto che gli antiepilettici vengono prescritti per una o più condizioni, e successivamente quante persone avevano assunto un farmaco antiepilettico.

I farmaci antiepilettici studiati erano: Carbamazepina ( Tegretol ), Gabapentin ( Neurontin ), Lamotrigina ( Lamictal ), Levetiracetam ( Keppra ), Oxcarbazepina ( Tolep ), Pregabalin ( Lyrica ), Tiagabina ( Gabitril ), Topiramato ( Topamax ), Valproato ( Depakote; Acido Valproico, Depakin ), e Zonisamide ( Zonegran ).

I pazienti sono stati seguiti in media per 6 anni.

Durante il periodo osservazionale, 8.212 pazienti hanno tentato il suicidio, e 464 di questi sono morti a causa dei danni provocati.

Due sottogruppi di pazienti che stavano assumendo gli antiepilettici hanno presentato un aumentato rischio di suicidio: le persone con diagnosi di depressione, e i pazienti a cui è stato prescritto un farmaco antiepilettico per una condizione diversa dall’epilessia, depressione o disturbo bipolare.
Una possibile spiegazione per l’aumento del rischio osservato in questi due gruppi, è che l’uso di antiepilettici in questi pazienti sia un marker di grave depressione o della presenza di un’altra condizione che può essere associata ad un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio.

Fonte: New England Journal of Medicine, 2010
                   Farma2010 Neuro2010 Psyche
                   Xagena.it


« Ultima modifica: Settembre 10, 2010, 09:47:43 da cristiana »
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