Autore Topic: Eternit condannata per l'amianto  (Letto 17145 volte)

cristiana

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Eternit condannata per l'amianto
« il: Febbraio 13, 2012, 10:57:04 »
Colpevoli. Per la prima volta i vertici di una multinazionale vengono condannati per uno scempio provocato dalle loro filiali sparse per il mondo. Accade a Torino con la sentenza del processo Eternit.

A due personaggi che in tempi diversi hanno guidato - dice l'accusa - la grande holding svizzera dell'amianto, il Tribunale subalpino ha inflitto sedici anni di carcere: sono i responsabili - dicono i giudici - delle migliaia di malattie e di morti generate dalla dispersione delle fibre-killer.

"E' una decisione storica che e' anche un messaggio al mondo"
, affermano il ministro Renato Balduzzi e tanti altri dietro di lui. "Un sogno di giustizia che diventa' realta"', aggiunge Raffaele Guariniello, il capo del pool di pm che ha indagato sull'Eternit. Ma il numero uno del collegio difensivo, l'avvocato difensore Astolfo Di Amato, lancia quello che sembra un avvertimento.

"Se passa il principio che il capo di una multinazionale e' responsabile di tutto cio' che accade in tutti gli stabilimenti periferici, allora investire in Italia, da adesso, sara' molto difficile". I condannati sono un magnate svizzero, Stephan Schmidheiny, 65 anni, e un barone belga, Louis De Cartier De Marchienne. La sentenza del collegio presieduto dal giudice Giuseppe Casalbore precisa in modo puntiglioso le loro responsabilita'.

I due sono colpevoli di rimozione volontaria di cautele ma solo per i danni avvenuti dopo il 13 agosto 1999; De Cartier e' colpevole di disastro ambientale doloso a partire dal 27 giugno 1966, e Schmidheiny dal 18 settembre 1974. Quattro erano gli stabilimenti di Eternit Italia di cui si e' occupato il processo: Casale Monferrato (Alessandria), la citta' piu' colpita dalla piaga dell'amianto con oltre 1.600 morti, e poi Cavagnolo (Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Napoli-Bagnoli, con piu' di 600 morti. Per gli ultimi due il reato di disastro e' stato dichiarato prescritto.

L'elenco delle parti civili e' sterminato, tanto che la lettura ha impegnato Casalbore per tre ore. All'inizio erano 6.392 fra parenti delle vittime, malati, sindacati, associazioni ed enti territoriali; durante la causa molte hanno accettato una transazione (il totale e' sceso a circa cinquemila). Oggi sono stati accordati indennizzi per un totale di ottanta milioni di euro, di cui 25 per la sola citta' di Casale (ne aveva rifiutati a furor di popolo 18 dalla Eternit) e 20 per la Regione Piemonte.

I familiari hanno ottenuto fra i 30 e i 35 mila euro ciascuno, e potranno anche iniziare un'altra causa per ottenere il resto. Secondo l'accusa dei pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace, Eternit fece poco o nulla per risolvere il problema amianto sia nelle fabbriche, sia nei centri abitati; la societa', inoltre, minimizzava e spargeva controinformazione sui rischi legati alla lavorazione del minerale. Accuse che le difese hanno sempre respinto.

Schmidheiny e' uno degli uomini piu' ricchi del mondo (il suo nome compare regolarmente nelle classifiche di Forbes) e oggi si presenta come un filantropo, un benefattore che sostiene i progetti di cooperazione e sviluppo sostenibile. Eredito' la carica negli anni Settanta dal papa', Max, e - affermano gli avvocati - investi' milioni per la sicurezza. De Cartier, che oggi vive appartato in una splendida villa in Belgio, secondo i suoi legali fino al 1971 era amministratore di una societa' in Eternit per il 21%, dopodiche' fu un semplice componente del cda, senza potere decisionale.

I giudici sono stati di parere diverso. E dopo la condanna per un reato doloso il pool di Guariniello sta affilando le armi per l'inchiesta Eternit-bis: questa volta non si tratta di diastro ambientale, ma dei singoli casi di morte (circa un migliaio quelli contestati) e i magistrati potrebbero muovere accuse come l'omicidio con colpa cosciente o addirittura l'omicidio volontario con dolo eventuale.

Fonte
Cristiana

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