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1961
Diagnostica / Un nuovo test per il fegato
« il: Luglio 23, 2010, 11:56:54  »
29 Novembre 2007

L'ACIDO IALURONICO non serve soltanto alla medicina estetica. Si sta guadagnando infatti i galloni di sostanza ad alta valenza protettiva, cicatrizzante, stimolante della riparazione dello strato epiteliale e con poteri antinfiammatori ad ampio spettro.
Il perché è semplice: è una sostanza naturale, ed è il gel ricco di acqua nel quale sono sospese tutte le cellule, i vasi sanguigni, le fibre che compongono i tessuti viventi. La sua funzione, però, va ben oltre il semplice sostegno: con la sua fluidità, infatti, facilita gli scambi di elementi nutritivi e di informazioni biologiche fondamentali tra le cellule per il benessere di tutti gli organi. Tant'è vero che proprio la perdita di acido ialuronico, che viene progressivamente sostituito da più denso e fibroso, è uno dei processi che segnano l'invecchiamento dell'organismo nel suo complesso. Ma non c'è solo l'età ad alterare questa sostanza così utile, o le sue funzioni. Se ne sono ben accorti gli epatologi, cercando di capire se ci sia un rapporto tra fattori tossici per il fegato (sostanze chimiche, farmaci, virus, batteri), sviluppo di malattie epatiche e modificazioni a carico dell'acido ialuronico.
Hanno scoperto così che, misurandone i livelli nel sangue, si potrebbe sapere se qualcosa non va con un buon anticipo rispetto a quanto consentono i tradizionali parametri di funzionalità epatica, ALT (alanina-amino-transferasi), AST (aspartato-amino-transferasi), bilirubina.
 
In condizioni normali, infatti, nel sangue circola pochissimo acido ialuronico.

Quando però il fegato subisce un danno, le cellule dei vasi sanguigni reagiscono, rilasciando sostanze dette mediatori dell'infiammazione; si innesca una reazione a cascata, che chiude gli spazi normalmente deputati per il passaggio di acido ialuronico dal sangue al fegato e viceversa. Le conseguenze sono due: da un lato l'aumento delle concentrazioni di acido ialuronico all'interno dei vasi sanguigni, dall'altro l'iperproduzione di sostanze di tipo proteico, come il collagene. Queste si accumulano, dando il via a una delle alterazioni più gravi per le cellule epatiche: la fibrosi. Proprio l'aumento delle concentrazioni di acido ialuronico nel sangue, dunque, si propone come segnale precoce di sofferenza del fegato, aiutando quindi a individuare i soggetti su cui indirizzare controlli più approfonditi, per individuare eventuali malattie.
(cecilia ranza)

Fonte: repubblica.it

1962
STUART SCHECHNER (dentista, mercurialismo non diagnosticato per anni)
da: Davies M., "Defense against Mystery Syndromes, Revealing the mystery of silver fillings", Chek Printing Co., 1994


La mia storia ha tutti gli elementi di un classico caso di intossicazione da amalgama dentale: ci sono sia le difficoltà nel formulare la corretta diagnosi che le difficoltà nella disintossicazione. Ci potrebbero essere milioni di vittime della tossicità delle amalgame dentali, ma quasi nessuno è pronto e organizzato per diagnosticare correttamente e per curarli, poiché c'è scarsa informazione su tale vicenda.
La mia esposizione al mercurio è stata professionale, io sono un dentista, eppure neanche nel mio caso il medico curante ha preso in considerazione la possibilità che la mia malattia derivasse dai pericoli del lavoro che facevo. La OSHA (equivalente all'ufficio ASL di sicurezza sul luogo di lavoro) indica chiaramente i pericoli del mercurio per i lavoratori odontoiatrici.
Nel 1973 mia moglie ed io andammo a vivere a Siesta Key, praticamente un paradiso terrestre con spiagge di sabbia bianchissima, sulla costa occidentale della Florida. Comprai uno studio dentistico già avviato. Tutto era stupendo: una splendida casa sul mare, una barca e il nostro primo bambino. I nostri sogni si stavano avverando. Un riversamento accidentale di mercurio nello studio stroncò i nostri sogni! Nel 1978 un impiegato fece cadere 400 grammi di mercurio sulla moquette vicino alla sedia per interventi odontoiatrici. Entro un mese chiesi cure mediche per strani disturbi, incluso un lieve tremore al petto, ansia inspiegabile e problemi al tratto gastrointestinale. Avevo anche parlato al dottore del riversamento accidentale, ma per lui non si trattava del mercurio.
I mesi passavano e i sintomi crescevano come una palla da neve lanciata lungo un pendio. Era l'inizio di un lungo tormento. Nel 1982 mi fu diagnosticato ipertiroidismo (il mercurio ha affinità per lo ioduro della ghiandola tiroidea).
C'era un costante tremore interno con agitazione. Col tempo i sintomi si moltiplicarono: stanchezza, cattiva digestione, insonnia, nausea, bruciore alla bocca, perdita di peso, gusto metallico, eretismo sono solo alcuni di quella miriade di sintomi. Con così tanti disturbi è fin troppo facile per i dottori diagnosticare il tutto come psicosomatico. Sebbene i sintomi della tossicità del mercurio possono essere trovati nei manuali di medicina, pochi dottori hanno una preparazione sufficiente in tossicologia.
Nel 1983 presi un mese di vacanze dalla pratica dentale a causa delle mie cattive condizioni di salute. Seguii un programma nutrizionale e camminai a lungo sulla spiaggia. Tale regime sembrava migliorare la mia condizione. Però già tre giorni dopo essere tornato al lavoro stavo peggio di prima. Nel 1984 divenni completamente disabile. Ogni momento sembrava che fosse la mia fine (tachicardia, nausea e cattiva digestione).
Solo nel 1984, quando ricevetti degli articoli completi sulla tossicità cronica del mercurio, sei anni dopo il riversamento accidentale di mercurio, tornai a mettere in relazione la possibilità di tossicità del mercurio con le mie condizioni. Lessi un articolo del professore tedesco Alfred Stock, lui stesso avvelenato intorno al 1920 durante esperimenti su amalgame dentali. Il mio corpo fu attraversato da brividi mentre capivo che anch'io ero stato vittima di esposizione al mercurio e che i miei stessi strani sintomi erano stati già descritti dal prof. Stock. Un neurologo confermò in seguito che c'era una relazione tra la mia esposizione al mercurio ed alcune anomalie nel mio sistema nervoso centrale.
La mia speranza è che sottolineando la gravità delle malattie indotte dal mercurio i dentisti possano avere un ruolo in futuro nel prevenire danni alla salute derivanti dal mercurio.
Recentemente l'immunologo Michael McCann ed io abbiamo pubblicato un articolo sulla rivista medica "Clinical Pharmacy Journal". L'ipotesi da noi presentata e documentata è che, a seconda del substrato genetico individuale, un processo autoimmune può essere iniziato dall'esposizione subletale al mercurio. In individui suscettibili, quantità estremamente basse di mercurio possono agire da interruttore per attivare il sistema immunitario contro l'organismo stesso.
 
Traduzione: http://www.identiavvelenati.it/

1963
23-07-10 di Matteo Clerici

Una ricerca del Chemical & Engineering News (C&EN), diretta da Celia Henry Arnaud e pubblicata su "Chemical & Engineering News"
Le erbe medicinali, un pericolo ignorato
Possono contenere sostanze tossiche, interagire con i farmaci o essere naturalmente tossiche

Per il comune sentire, le erbe medicinali sono estremamente vantaggiose: funzionano, sono rimedi dolci (senza cioè effetti collaterali) e, ovviamente non sono tossiche. Non è sempre vero: se prese con leggerezza o senza le dovute attenzione, tali sostanze possono essere molto pericolose.

Lo afferma una ricerca del Chemical & Engineering News (C&EN), diretta da Celia Henry Arnaud e pubblicata su "Chemical & Engineering News".

Gli studiosi hanno preso in esame diverse sostanze, tra cui trifoglio rosso e l'actea racemosa (black cohosh), usate contro i disturbi da menopausa, ed il kawa, funzionale contro insonnia e problemi nervosi.


Secondo il team C&EN le erbe medicinali presentano diversi svantaggi.

Al primo posto, i metalli tossici. I prodotti in questione potrebbero contenere dosi rilevanti di mercurio, piombo o addirittura pesticidi.

Oppure, la pianta stessa potrebbe essere naturalmente tossica, se presa o dosaggi non controllati o grazie all'interazione con farmaci.

Lo stesso legame con i cibi può diventare pericoloso. Arnaud e compagni fanno l'esempio del pompelmo, capace di potenziare l'effetto del supplemento naturale assunto al momento.

Come fanno notare gli stessi ricercatori, tali risultati sono parziali: i supplementi alimentari rimangono materia poco conosciuta, su cui sono necessarie ulteriori indagini. Tanto quanto è necessaria cautela nell'usarli.

Fonti: "How safe and effective are herbal dietary supplements?" , American Chemical Society, 21/07/010
            newsfood.com


1964
21-07-10 di Giovanna Manna

Autismo è un disturbo che colpisce la funzione cerebrale, le cause possono essere svariate: nascita prematura e quindi con un peso corporeo inferiore alla media, anticorpi materni, infezioni gestazionali, esposizione a metalli pesanti, fattori epigenetici, vaccinazione antirosolia, morbillo, parotite, esposizione a campi elettromagnetici o semplicemente per fattori genetici.
Ebbene, oggi sarebbe possibile diagnosticarla in tempo grazie a Lena. Si tratta di una nuova tecnologia sperimentata da alcuni ricercatori americani dell’Università del Kansas.

Lena (Language Enviroment Analysis) è uno strumento che analizza i suoni vocali dei bambini. Gli studiosi spiegano che i bimbi autistici emettono suoni e vocalizzi diversi, rispetto a quelli che non soffrono di questa patologia, e che quindi è possibile riconoscere la differenza. Questo nuovo congegno avrà il compito di analizzare i suoni emessi dai bambini e rilevarne le differenze.

Gli esperti hanno ideato dei test coinvolgendo 232 bambini dai 10 mesi ai 4 anni, analizzando 1.500 tracce. Ai bimbi viene applicato un registratore a batteria ai loro vestitini. In questo modo il bambino non si accorgerà di nulla e potrà esprimersi con più facilità. Lena ha analizzato più di 3milioni di espressioni. In particolare lo studio si basa sulla sillabificazione, quindi sulla capacità dei bimbi di produrre sillabe ben costruite.

Da un’analisi circa l’uso della lingua e della mascella, emerge che i bimbi autistici presentano uno “sfasamento” tra il modo di riprodurre i suoni e le sillabe rispetto all’età che hanno.

Lena è senz’altro uno strumento innovativo ed essenziale per riconoscere in tempo la patologia già dai primi mesi di vita del bambino, così sarà possibile intervenire tempestivamente con una terapia adeguata.

Fonte: benessere.guidone.it

1965
21-11-2007

Predisporre uno studio sull'accumulo di metalli nocivi nei pazienti marchigiani, in particolare sulle concentrazioni di mercurio nell'organismo dei dentisti che usano regolarmente amalgame dentarie contenenti il metallo; bandire dalle strutture del sistema sanitario regionale l'utilizzo di amalgame con metalli pesanti.

Lo chiede il consigliere regionale del Prc Michele Altomeni in una mozione.

L'atto impegna la giunta anche a promuovere una campagna per informare i cittadini sui pericoli derivanti da tali amalgame e, presso il ministero della salute, l'approvazione di norme che vietino di utilizzarle.

"Metalli come mercurio, rame, zinco, cadmio - ha spiegato Altomeni in una conferenza stampa - possono avere conseguenze nocive sull'organismo e il mercurio è l'elemento più tossico al mondo dopo il plutonio". "L'amalgama dentale - continua il consigliere citando l'Oms - è la maggior fonte di esposizione al mercurio per l'essere umano".

Alla conferenza stampa era presente Cristiana Di Stefano, malata di sclerosi multipla dal 1988. La donna ha raccontato che dopo aver tolto le amalgame dentali i sintomi della malattia si sono attenuati, e la risonanza magnetica dimostra che la malattia è ferma dal 2003.

Fonte Il Corriere Adriatico

1966
12/07/10

Dalla facoltà di Agraria un'innovazione nelle tecniche di phytoremediation Usare le piante per bonificare i terreni inquinati da metalli pesanti.
Il gruppo di ricerca coordinato fino allo scorso anno da Flavia Navari, professoressa presso l’allora Dipartimento di Chimica e Biotecnologie Agrarie della Facoltà di Agraria, da anni studia ed applica i sistemi di decontaminazione “verde” delle aree inquinate. Recentemente il gruppo ha perfezionato queste tecniche per renderle ancora più efficaci. I risultati sono stati presentati a metà giugno a Pisa in occasione del convegno internazionale “Environmental Pollution and Clean Bio/Phytoremediation” organizzato dalla sezione di Chimica Agraria del Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie e coordinato dal professor Riccardo Izzo.

La sperimentazione nella Laguna di Grado e Marano in provincia di Udine.
In provincia di Udine vi è un’area inquinata di circa 3-4 ettari compresa all’interno del sito denominato “Laguna di Grado e Marano e dei corsi d’acqua limitrofi” identificato come sito di interesse nazionale dal Programma Nazionale di ripristino ambientale dei siti contaminati. L’area inquinata è adibita a discarica per lo smaltimento di ceneri di pirite provenienti dai processi di arrostimento del minerale per l’estrazione dello zolfo e la produzione di acido solforico. A seguito di analisi chimiche il sito è risultato gravemente contaminato da cinque metalli pesanti: arsenico, cadmio, piombo, rame e zinco. “I primi tre – spiega Flavia Navari – sono tossici a tutte le concentrazioni, mentre lo zinco ed il rame, elementi indispensabili sia per la crescita delle piante che per gli esseri viventi, lo sono solo ad alte concentrazioni, come riscontrato in questo caso”. La laguna di Grado e Marano è oggetto di studio da parte del gruppo di ricerca della professoressa Navari dal 2005 insieme alle Università di Udine, Padova, Firenze e Milano statale.

L'innovazione nelle tecniche di phytoremediation.
Il lavoro è partito da uno screening del suolo per individuare i livelli di contaminazione per poi proseguire con la selezione delle piante più adatte a bonificare il terreno e la tecnologia più opportuna da impiegare. “Le piante – racconta Flavia Navari - funzionano come delle specie di ‘pompe’ ad energia solare che assorbono i metalli dal suolo. Nel caso del sito situato nella laguna di Grado e Marano la specie che è risultata più efficace è la Brassica carinata (foto). Infatti, anche se non appartiene alle piante ‘iperaccumulatrici’ propriamente dette, vale a dire a quel gruppo di piante capaci di assorbire altissime quantità di metalli, durante la sperimentazione essa non ha ridotto in maniera sensibile la biomassa e, soprattutto, è riuscita a tollerare le alte concentrazioni di più metalli senza soccombere". “Le piante – continua la professoressa Navari – riescono ad assorbire meglio ed in quantità maggiore i metalli se prima essi sono resi disponibili nel terreno e questo può avvenire in vari modi, ad esempio coltivando specie vegetali che liberano nel suolo attraverso le radici degli ‘essudati radicali’ che solubilizzano i metalli legati alle particelle del terreno oppure utilizzando dei composti chimici di sintesi particolarmente indicati allo scopo". Ed in questa seconda possibilità sta proprio l’innovazione tecnologica studiata dal gruppo della professoressa Navari. Fino a poco tempo fa al suolo veniva addizionato l’acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) che però ha come controindicazione il fatto che si degrada lentamente nel suolo e può quindi, a sua volta, inquinare le falde acquifere a seguito di piogge abbondanti o irrigazioni.

“Al posto dell’EDTA – spiega Mike Frank Quartacci, ricercatore del Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie e componente del gruppo di ricerca – abbiamo sperimentato con successo un composto simile, vale a dire l’acido etilendiamminodisuccinico (EDDS), che presenta il vantaggio di degradarsi totalmente in pochi giorni senza perciò causare problemi di ulteriore inquinamento. In questo modo è stata eliminata una delle possibili criticità della decontaminazione ‘verde’”.

Punti di forza e criticità della Phytoremediation.
Dal punto di vista ambientale i terreni decontaminati con questa biotecnologia restano fertili, al contrario di quanto avviene usando i metodi chimico-fisici “tradizionali” che, inoltre, sono assai più costosi. Ma la vera criticità dei metodi di bonifica verde in realtà sta altrove, nonostante i molti vantaggi che essa presenta. “Infatti il vero problema - conclude Riccardo Izzo – sono i tempi. Per bonificare un terreno utilizzando le piante occorrono molti anni in dipendenza del livello di inquinamento, senza contare che in Italia siamo ben lontani dall’avere una completa mappatura delle aree inquinate e quindi passibili di intervento”.

Fonte: universy.it

1967
PREVENZIONE E RIMEDI NATURALI / Vinci la colite con i rimedi naturali
« il: Luglio 23, 2010, 07:03:41  »
COMMENTO AL SEGUENTE ARTICOLO:
L'argilla contiene alluminio quindi la sconsiglio

La sindrome del colon irritabile  è un problema che interessa l’ultimo tratto dell’intestino, detto colon. È il tipo di colite più diffusa ed è in fortissimo aumento. Si calcola infatti che le persone affette siano più del doppio rispetto a 15 anni fa. A tutt’oggi non sono ancora del tutto chiare le cause che la possono provocare, anche se dai risultati di molte ricerche scientifiche sembra ormai certa una correlazione diretta tra la malattia e il ripetersi nel tempo di condizioni di stress psicologico, di ansia e di agitazione. Queste condizioni psicologiche agirebbero più facilmente in un contesto di sedentarietà, alimentazione povera di fibre, intolleranze alimentari. In ogni caso, i rimedi naturali possono essere di grande aiuto!

Integra così la tua dieta
Lactobacillus rhamnosus: un fermento “buono” che risana il colon
Che cos’è
È uno speciale ceppo di Lactobacillus casei, capace di ricostituire rapidamente la flora intestinale probiotica, contrastando l’azione dei microrganismi dannosi per l’organismo.
Perché fa bene
Ostacola i processi putrefattivi del tratto digerente che sono causa di alito cattivo, flatulenza e disbiosi intestinale (alterazione della microflora del colon), permettendo a tutti i lattobacilli contenuti di riprodursi rapidamente nell’intestino.
Come si usa
Prendere 2 compresse, anche in associazione con altri lattobacilli, da masticare o sciogliere in bocca due volte al giorno, meglio se lontano dai pasti.

Argilla verde: una terra curativa che ristabilisce l’equilibrio intestinale[/size]
Che cos’è
È un composto di minerali e oligoelementi importantissimi per la salute in grado di assorbire i gas intestinali, di disinfiammare e risanare il colon.
Perché fa bene
Essendo ricca di minerali l’argilla ha un effetto benefico sull’intestino: assorbe i liquidi, i gas e le tossine nocive dell’intestino, depura il sangue, elimina i batteri, disinfetta e depura l’organismo.
Come si usa
Versare un cucchiaino di argilla verde ventilata in un bicchiere d’acqua e lasciare riposare per 3 ore. Bere solo l’acqua di sospensione, lasciando l’argilla sul fondo, dopo i pasti.

Non solo integratori: ecco una miscela d’erbe che attenua i sintomi della colite

Si può alleviare il fastidio addominale tipico della sindrome del colon irritabile tramite tisane o decotti a base di piante medicinali calmanti o sgonfianti (tiglio, menta, finocchio, anice, aneto, altea, melissa, achillea, camomilla).
Basta acquistare 20 g per ogni erba indicata, miscelarli in un sacchettino di tela e aggiungere 2 cucchiaini del mix a una tazza di acqua ben calda. Bere la tisana dopo aver lasciato le erbe in infusione per 10-15 minuti. Se ne possono assumere 3-4 tazze al giorno, anche subito dopo i pasti, come bevanda digestiva.

Consigli utili a tavola
Cibi sì
Purché non si sia intoleranti: pesce (soprattutto quello azzurro, come sgombri e aringhe), carni bianche; lattuga, zucchine, patate (al vapore o lessate); riso, pasta di farro, orzo; mele; yogurt naturale; tè verde leggero.
Cibi no
Latte e formaggi; insaccati; frutta secca; kiwi, ciliegie, frutti di bosco, pesche, prugne, banane, uva, pere; radicchio, sedano, funghi, peperoni, fave, melanzane, prezzemolo, porri, aglio, carciofi, asparagi, zucca; cibi grassi ed elaborati; bibite e caffè.

Se vuoi saperne di più visita le sezioni Sos salute, Rimedi naturali, Integratori su Riza.it

Fonte: Obiettivo Benessere

1968
22/07/10

Celiachia, scoperta la possibile causa
"Tre sostanze tossiche nascoste nel glutine"
Uno studio delle università di Oxford e Melbourne ha individuato un trio di elementi che potrebbe essere il responsabile dell'intolleranza alimentare
che affligge i celiaci. Un passo avanti per lo sviluppo di nuovi trattamenti e di un eventuale vaccino

ROMA - Tre sostanze tossiche contenute nel glutine sono responsabili della celiachia. L'intolleranza alla proteina dei cereali, spesso causa di seri problemi di assimilazione e deperimento, potrebbe così avere una cura. La scoperta, annunciata sulla rivista Science Translational Medicine 1, apre la strada a nuovi trattamenti e accelera la corsa verso un vaccino per questo male, che impedisce al celiaco di mangiare pane, pasta, biscotti, pizza e ogni altro prodotto contenente glutine - presente nei cereali come il grano - o anche alimenti che hanno avuto contaminazioni.

A individuare i tre peptidi killer, quelli che più di tutti scatenano la reazione immunitaria delle pareti dell'intestino, è uno studio delle università di Oxford e Melbourne. Per l'analisi sono stati arruolati 200 pazienti. I partecipanti sono hanno mangiato pane, focaccine di segale o orzo bollito. Dopo sei giorni, gli studiosi con un prelievo di sangue hanno isolato le cellule immunitarie artefici della reazione al glutine ingerito giorni prima. Poi hanno fatto 'incontrare' queste cellule (linfociti T) con 2700 peptidi sospetti e hanno trovato i tre che si accoppiano piu' saldamente alle cellule.

L'equipe di Bob Anderson, dopo aver individuato i colpevoli della reazione immunitaria, ha già iniziato a testare una desendibilizzazione in grado di bloccare la malattia prima che faccia danni gravi all'intestino. La sperimentazione in corso, condotta dalla compagnia biotech di Melbourne Nexpep Pty Ltd, potrebbe ridurre di molto i tempi per la realizzazione e la commercializzazione di un vaccino: 5-10 anni contro i 15-20 ritenuti necessari finora.

La celiachia colpisce solo in Italia una persona su cento. Ma i numeri della malattia sono sottostimati. Sebbene si pensi che siano in 600 mila a soffrirne, in realtà, solo 100 mila di questi hanno avuto una diagnosi e controllano l'intolleranza. Chi ne soffre sa che l'unica terapia possibile prevede l'eliminazione totale dalla dieta quotidiana del glutine, una sostanza che si usa nell'industria alimentare per dare consistenza agli impasti e favorire la lievitazione. "Per questo la scoperta di questi tre elementi - spiega Bob Anderson dell'Institute of Medical Research di Melbourne - può davvero una speranza. I tre killer infatti sono responsabili della maggior parte delle risposte immunitarie al glutine che si osservano nelle persone con malattia celiaca".

Fonte: Repupplica.it

1969
S. Giuseppe Moscati:
un esempio per scienziati, medici, dentisti, ricercatori...


"Ama la verità,
mostrati qual sei, e senza infingimenti
e senza paure e senza riguardi.
E se la verità ti costa la persecuzione,
e tu accettala;
e se il tormento, e tu sopportalo.
E se per la verità dovessi sacrificare te stesso
e la tua vita,
e tu sii forte nel sacrificio."




Preghiera a San Giuseppe Moscati
"O San Giuseppe Moscati, medico e scienziato insigne,
che nell'esercizio della professione curavi il corpo e lo spirito dei tuoi pazienti,
guarda anche noi che ora ricorriamo con fede alla tua intercessione.
Donaci sanità fisica e spirituale, intercedendo per noi presso il Signore.
Allevia le pene di chi soffre, dai conforto ai malati,
consolazione agli afflitti, speranza agli sfiduciati.
I giovani trovino in te un modello, i lavoratori un esempio,
gli anziani un conforto, i moribondi la speranza del premio eterno.
Sii per tutti noi guida sicura di laboriosità, onestà e carità,
affinché adempiamo cristianamente i nostri doveri, e diamo gloria a Dio nostro Padre.
Amen."

16 NOVEMBRE SAN GIUSEPPE MOSCATI
Dal 7 al 15 novembre:
NOVENA a SAN GIUSEPPE MOSCATI
(Clicca per scaricarla)



PREGHIERA PER UN AMMALATO GRAVE
Tante volte mi sono rivolto a te, o medico santo, e tu mi sei venuto incontro. Ora ti prego con sincero affetto, perché il favore che ti domando richiede un tuo particolare intervento (nome) si trova in gravi condizioni e la scienza medica può fare ben poco. Tu stesso hai detto: «Che cosa possono fare gli uomini? Che cosa possono opporre alle leggi della vita? Ecco la necessità del rifugio in Dio». Tu, che hai risanato tante malattie ed hai soccorso tante persone, accogli le mie suppliche e ottienimi dal Signore di vedere esauditi i miei desideri. Concedimi anche di accettare la santa volontà di Dio e una fede grande per accogliere le disposizioni divine. Amen.



PREGHIERA PER LA PROPRIA GUARIGIONE
O medico santo e compassionevole, S. Giuseppe Moscati, nessuno piú di te conosce la mia ansia in questi momenti di sofferenza. Con la tua intercessione, sostienimi nel sopportare il dolore, illumina i medici che mi curano, rendi efficaci i farmaci che mi prescrivono. Fa' che presto, guarito nel corpo e sereno nello spirito, possa riprendere il mio lavoro e dare gioia a coloro che vivono con me. Amen.



PREGHIERA A SAN GIUSEPPE MOSCATI
PER CHIEDERE UNA GRAZIA
Amabilissimo Gesù, che ti degnasti venire sulla terra per curare
la salute spirituale e corporale degli uomini e fosti tanto largo
di grazie per San Giuseppe Moscati, facendolo un medico secondo
il tuo Cuore, insigne nella sua arte e zelante nell'amore apostolico,
e santificandolo nella tua imitazione con l'esercizio di questa duplice,
amorevole carità verso il prossimo, ardentemente ti prego
di voler glorificare in terra, il tuo servo nella gloria dei santi,
concedendomi la grazia.... che ti chiedo, se è per la tua
maggior gloria e per il bene delle anime nostre. Così sia.
Pater, Ave, Gloria


1970


E’ ben noto che il mercurio si depositerà prima nei reni, nel fegato, nei tessuti neurologici, nel tratto gastrointestinale, e poi nei restanti tessuti. I sintomi correlati al mercurio sono tanti eppure lo ammette anche l'American Dental Association (ADA).

1971
Farmacovigilanza / Re:Attente al cerotto contraccettivo Ortho Evra
« il: Luglio 22, 2010, 10:26:43  »
Il cerotto transdermico Ortho-Evra espone le donne a più alti livelli di estrogeno rispetto alla pillola contraccettiva

L'FDA (Food and Drug Administration) ha aggiornato la scheda tecnica del cerotto contraccettivo Ortho-Evra, avvisando il personale sanitario e le pazienti che questo prodotto espone le donne a livelli di estrogeno più alti rispetto a quelli che si ottengono con la pillola contraccettiva.

Il cerotto transdermico Ortho-Evra si applica una volta alla settimana e rilascia Etinil-Estradiolo (un estrogeno) e Norelgestromin (un progestinico).

Le donne che utilizzano il cerotto transdermico Ortho-Evra presentano livelli plasmatici di estrogeno totale superiori del 60% rispetto ai livelli che si ottengono assumendo una pillola contraccettiva contenente 35microg di estrogeno.

Di norma, alti livelli di estrogeni sono associati a rischio di formazione di coaguli ematici.

Non è noto se le donne che fanno uso del cerotto contraccettivo Ortho-Evra siano a maggior rischio di reazioni avverse.

Ortho McNeil Pharmaceuticals, la società produttrice del cerotto Ortho-Evra, sta conducendo studi di confronto per valutare eventuali differenze di rischio di insorgenza di gravi eventi trombotici tra le donne che utilizzano Ortho-Evra e quelle, invece, che fanno uso della pillola anticoncezionale contenente 35microg di estrogeno. (Xagena 2005)

Fonte: FDA, 2005

1972
Farmacovigilanza / Re:Attente al cerotto contraccettivo Ortho Evra
« il: Luglio 22, 2010, 10:25:14  »
Contraccezione: casi di eventi trombotici e di infarto miocardico con Evra


Evra è un sistema contraccettivo ormonale, transdermico, contenente 6 mg di Norelgestromin e 0.6 di Etinil Estradiolo, per cerotto.

Fin dalla sua introduzione sul mercato canadese nella prima parte del 2004, sono stati segnalati ad Health Canada 16 casi di tromboembolia ed 1 caso di infarto miocardico, sospettati essere associati al cerotto contraccettivo.
Due delle 17 pazienti sono decedute.


La contraccezione ormonale è uno dei noti fattori di rischio per la tromboembolia venosa. Altri fattori comprendono: immobilità prolungata, intervento chirurgico maggiore, storia familiare di tromboembolia venosa, età avanzata, abitudine al fumo ed obesità ( indice di massa corporea, BMI maggiore o uguale a 30 kg/m2 ).

I rischi possono essere cumulativi qualora siano presenti più di un fattore di rischio.

E’ stata osservata un’associazione tra sovrappeseo ( BMI maggiore o uguale a 25 e minore di 30 kg/m2 ) e trombosi, tra le donne che fanno uso di contraccettivi orali.

L’effetto combinato dell’obesità o del sovrappeso e l’impiego dei contraccetivi orali, era maggiore rispetto ai rischi attesi sulla base dei loro effetti singoli.

Il rischio di tromboembolia polmonare è stato anche riportato essere più alto durante i primi 3 mesi post-parto che durante la gravidanza.

La scheda di prodotto dichiara che le donne dovrebbero essere incoraggiate ad usare una forma non-ormonale di contraccezione nei 3 mesi successivi al parto. ( Xagena2008 )

Fonte: Health Canada, 2008
Farma2008 Gyne2008 Cardio2008
farmacovigilanza.net

1973
Farmacovigilanza / Attente al cerotto contraccettivo Ortho Evra
« il: Luglio 22, 2010, 10:23:44  »
L’FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato ulteriori cambiamenti nella scheda tecnica del cerotto contraccettivo transdermico Ortho Evra, includendo i risultati di un nuovo studio epidemiologico che ha trovato che le donne che facevano uso di questo cerotto per il controllo delle nascite erano a più alto rischio di sviluppare grave tromboembolia venosa, rispetto allle donne che facevano uso della pillola anticoncezionale.

La tromboembolia venosa può essere causa di embolia polmonare.

I cambiamenti della scheda tecnica sono basati su uno studio condotto dal Boston Collaborative Drug Surveillance Program ( BCDSP ) su incarico della Johnson & Johnson.

Il cerotto è stato studiato in donne d’età compresa tra 15 e 44 anni.

I risultati di questo studio hanno confermato le scoperte di un precedente studio che aveva evidenziato che le donne che fanno uso del cerotto Ortho Evra sono a più alto rischio di tromboembolia venosa.

Nel settembre 2006, l’FDA aveva rivisto la scheda tecnica di Ortho Evra sottolineando il rischio di tromboembolia venosa sulla base dei risultati di due studi epidemiologici.

Uno studio aveva mostrato che alcune donne che fanno uso del cerotto presentano un maggior rischio, 2 volte superiore, di sviluppare tromboembolia venosa.
L’altro studio ha mostrato che il rischio di tromboembolia venosa con il cerotto Ortho Evra non era aumentato se confrontato con anticoncezionali per os contenenti 30-35 microg di estrogeno e Norgestimato come progestinico.

Ortho Evra è un cerotto contraccettivo che rilascia Etinil Estradiolo ( un estrogeno ) e Norelgestromin ( un progestinico ), nel sangue attraverso la cute.

Poiché gli ormoni assunti tramite la cute sono processati dall’organismo in modo diverso rispetto agli ormoni della pillola contraccettiva, le donne che fanno uso del cerotto Ortho Evra saranno esposte a maggiori livelli di estrogeno ( circa il 60% in più ) rispetto alle donne che assumono l’anticoncezionale per os contenente 35 mg di estrogeno.

Gli aumentati livelli di estrogeno possono aumentare il rischio di effetti indesiderati, tra cui la tromboembolia venosa.

Le donne pertanto dovrebbero discutere con il proprio medico riguardo al possibile aumentato rischio di tromboembolia venosa con il cerotto Ortho Evra, che è applicato 1 volta a settimana. ( Xagena2008 )

Fonte: FDA, 2008
Farma2008 Gyne2008 Cardio2008
farmacovigilanza.net

1974
Farmacovigilanza / Nimisulide (Aulin, ecc.) ATTENTI!!!
« il: Luglio 22, 2010, 10:22:08  »
Nimesulide: da non assumere per più di 15 giorni

In Italia, la Nimesulide è il principio attivo di diversi farmaci:
Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide, Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide, Resulin, Solving, Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider, Aulin, Fansidol, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast, Nimedex: Inoltre la Nimesulide è il principio attivo di diversi farmaci generici
.

L’Agenzia Europea dei Medicinali ( EMEA ) ha concluso il processo di revisione dei prodotti medicinali a base di Nimesulide, iniziata nel Maggio 2007 dall’Irlanda, in seguito alla segnalazione di un certo numero di casi di gravi epatiti.

L’EMEA ha preso visione di tutte le evidenze disponibili, e ha concluso che il profilo beneficio/rischio della Nimesulide è ancora favorevole, ravvisando però la necessità di introdurre delle limitazioni d’uso del farmaco, e informare medici e pazienti del rischio di possibili eventi avversi a carico del fegato.

E’ stato quindi deciso di limitare l’uso della Nimesulide a non più di 15 giorni, e che le confezioni non debbano contenere più di 30 compresse o bustine.

L’Aifa, che ha monitorato costantemente il profilo di sicurezza della Nimesulide e condurrà ulteriori approfondimenti su eventuali azioni aggiuntive a livello nazionale, ricorda comunque che il farmaco può essere dispensato solo dietro presentazione di ricetta medica, e che i medici, nel prescrivere il medicinale, devono tener conto del profilo complessivo di rischio del farmaco e delle caratteristiche del paziente.
( Xagena_2007 )

Fonte: AIFA, 2007
FarmaciaOnline.net
MedicinaNews.it
xagena.it
XagenaFarmaci_2007
farmacovigilanza.net

1975
Vaccini / Vaccino antimeningite
« il: Luglio 22, 2010, 10:18:31  »
Casi di sindrome di Guillain-Barre dopo vaccinazione anti-meningite

L’FDA (Food and Drug Administration) ed i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno ricevuto la segnalazione di 5 casi di sindrome di Guillain-Barre in giovani appena vaccinati con Menactra, un vaccino meningococcico coniugato A, C, Y e W135.

Non è noto se questi casi siano da attribuirsi al vaccino oppure rappresentino semplici coincidenze.

La sindrome di Guillain-Barre (GBS) è una grave sindrome neurologica che può presentarsi, spesso in soggetti sani, o spontaneamente o dopo certe infezioni.
La sindrome di Guillain-Barre causa debolezza alle gambe e alle braccia, con forme talvolta gravi che richiedono ospedalizzazione.

L’infezione meningococcica, che Menactra previene, è una delle principali cause di meningite batterica che colpisce circa 1 su 100.000 persone ogni anno.
L’infezione può mettere a rischio la vita: il 10-14% dei casi ha esito fatale e l’11-19% dei sopravvissuti riporta grave disabilità.

I 5 casi di sindrome di Guillain-Barre si sono avuti in soggetti di 17-18 anni di età, con manifestazioni di debolezza o di anormale sensazione alle braccia e alle gambe, 2-4 settimane dopo la vaccinazione.
Tutti i soggetti colpiti hanno richiesto ricovero ospedaliero. (Xagena 2005)

Fonte: FDA, 2005

1976
Vaccini / Un sito da consultare per Vaccinare Informati
« il: Luglio 22, 2010, 10:16:47  »
Libera associazione di genitori e volontari

“ ... nei paesi industrializzati il 90% della ricerca e il 99% dell'informazione sanitaria è nelle mani dell'industria farmaceutica e il Ministero, per risparmiare, demanda all'industria tanti dei suoi compiti... ”. Allora ci chiediamo: da chi siamo informati sulle malattie e i farmaci?
Questo sito è stato fortemente voluto dai soci dell'associazione "Vaccinare Informati", nata nel gennaio 2006 in Trentino e costituita da genitori, medici e persone sensibili alla tematica delle vaccinazioni.
Il nostro obiettivo è quello di ottenere la libertà di scelta in campo vaccinale e soprattutto di favorire la diffusione di un'informazione completa e scientifica relativa all'efficacia delle vaccinazioni e ai possibili effetti collaterali.
Sappiamo che non è facile per un genitore assumersi la grande responsabilità di decidere sulla salute dei propri figli, soprattutto se non ha l'informazione necessaria per giungere ad una scelta consapevole.
Speriamo che queste pagine possano esservi d'aiuto e che la vostra scelta possa così essere libera e responsabile......

1977
21/06/08

Torniamo a parlare di particelle dell’infinitamente piccolo. Una ricerca del dipartimento di chimica dell’Universitè di Montrèal, ha posto l’accento sulle nanoparticelle (che già oggi utilizziamo spesso e che contengono sostanze tossiche come cadmio o mercurio) ed il loro effetti sui viventi. Secondo il prof. Sébastien Sauvé tali sostanze sono pericolose infatti “diversi studi hanno mostrato gli effetti nocivi del cadmio nel sistema immunitario di diverse specie animali”.

La ricerca si è concentrata sui mitili in quanto specie utilizzata spesso come filtro per concentrare le sostanze disciolte, un filtro naturale in grado di evidenziare quindi la salubrità e la purezza dell’acqua stessa. Dalle analisi effettuate è stato evidenziato che 1.6mg per litro sono sufficienti a ridurre la loro capacità di reazione nei confronti dei corpi estranei e quindi una deficienza del sistema immunitario.

I problemi connessi a questi fenomeni sono sostanzialmente due: il primo è l’estrema diffusione di particelle delle dimensioni infinitesime come nei lettori DVD, nei tessuti, nei pneumatici ed in certi cibi; il secondo è il fenomeno di bioaccumulo che si verifica lungo tutta la catena trofica. Ancora una volta si lancia un grido di allarme nei confronti di una scienza e di una tecnica che non tiene conto (o che non è in grado di tener conto) delle conseguenze prodotte.

La nota positiva è che si fanno ricerche per colmare questo gap, la negativa è che se effettivamente dovessimo abbandonare per motivi igienici queste tecnologie qualcuno dovrà dirlo ai fautori de “la scienza ci risolverà tutti i problemi in futuro” e che vedono nella ricerca e nelle sue applicazioni una religione, una divinità che ci salverà tutti quanti, distorcendo pericolosamente la realtà dei fatti.

Fonte: ecoblog.it

1978
Lucia mi ha inviato questa documentazione importante ed interessantissima.
Il dottor Hesham El-Essawy, dentista, spiega in modo chiaro quali siano i pericoli a cui va incontro chi ha denti otturati con amalgama al mercurio.



Il dottor Hesham El-Essawy è un dentista che vive ed esercita a Londra. Ha usato amalgame per anni, ma quando ha cominciato a metterle anche lui si è accorto che non erano così "sicure" e "inerti" come gli avevano insegnato all'Università. Si è ammalato, ha tolto le amalgame, è guarito e ha fatto un resoconto delle sue esperienze ai colleghi, in occasione di un convegno.

Il testo di quell'intervento lo trovate QUI.
Vorremmo più dentisti e medici così, veri uomini di scienza che sono capaci di fare autocritica quando c'è di mezzo la salute della gente. Nel suo sito trovate informazioni su come pratica la rimozione protetta delle amalgame, e le strategie di disintossicazione dal mercurio.

E' anche possibile scaricare una piccola presentazione che illustra i danni alla salute provocati dal mercurio. E' un documento rivolto ai DENTISTI, perché aprano gli occhi sui reali effetti del mercurio, e agiscano di conseguenza.
Qui sotto, c'è la traduzione in italiano. La dedico ai dentisti e medici italiani che continuano a liquidare i problemi di salute dei loro pazienti con il loro tipico: "E' tutto nella tua testa". Mi auguro che se la leggano.


1) Amalgama

2) Mercurio – È un po' tossico/molto tossico o estremamente tossico?
Il plutonio è la sostanza più tossica della Terra.
Qual'è la seconda sostanza più tossica?
Esatto.
È il mercurio!

3) La questione dell'amalgama.
Devi sapere che: tutti gli organi di controllo preposti all'odontoiatria nel mondo affermano che non c'è la prova scientifica che dimostri che l'amalgama sia dannosa o provochi alcun sintomo.
Solo un piccolo numero di pazienti potrebbe mostrare una particolare sensibilità ad essa

4)Ma posso chiedere una cosa?
Quanto mercurio c'è in un'amalgama? Circa il 50%
E fuoriesce o evapora via dall'amalgama? Sì
Dove va quando evapora? La maggior parte viene assorbita o inalata

5)Lo si può rilevare nelle feci dei pazienti?
E nelle urine?
E nel sangue? Sì
E nel sudore?

6)Provoca sintomi a tutti? No
I sintomi scompaiono quando viene Sì
tolta l'amalgama con protocollo di
sicurezza?

E dopo ritornano? No

7)Che sintomi?
Stanchezza e calo di energia
Disturbi del sonno
Stanchezza al risveglio
Perdita di concentrazione
Nebbia mentale
Perdita di memoria a breve termine
Cambi di umore
Depressione

8)Questa la definisco un'intossicazione mercuriale di I Grado

9) Ancora?
Sensazione di gonfiore
Malessere costante
Problemi ai capelli
Problemi alle unghie
Allergie alimentari
Sensazione di freddo, difficoltà a scaldarsi
Problemi alla pelle
Frequenti raffreddori e febbre, immunodepressione generale

10) Quella la chiamo intossicazione mercuriale di II Grado

11) Ancora?
Frequenti mal di testa
Emicranie
Insonnia
Sensazione di avere un groppo in gola
Frequenti ulcerazioni nella bocca
Muco nasale
Mal di gola
Eccesso di candida
Mughetto
Gusto metallico

12) Quella la chiamo intossicazione mercuriale di III Grado

13) Ancora?
Dolori muscolari
Dolori articolari
Sintomi del colon irritabile
Sintomi della fibromialgia
Sintomi della sclerosi multipla
Forte depressione e perdita di appetito
Visione doppia
Perdita della qualità della vista
Tremori
Formicolìo
Problemi alla vescica
Gravi lesioni della pelle
Sintomi di Stanchezza Cronica

14) E questa era l'intossicazione mercuriale di IV Grado

15) Chi l'avrebbe mai pensato? (foto)

16) Depressione maniacale
Follia (Sindrome del Cappellaio Matto)
Grave perdita di memoria e diminuzione delle facoltà generali

17) Quella è l'intossicazione mercuriale di V Grado

18) Il paziente si rivolge al proprio medico?
Quasi tutti i pazienti si rivolgono al proprio medico.
Fanno visite accurate.
Fanno qualsiasi tipo di analisi: lastre, TAC e qualsiasi esame il medico ritenga appropriato, e alla fine viene loro detto:

NON HAI NIENTE!

19) E poi?
Il paziente rimuove le amalgame con protocollo di sicurezza, e comincia immediatamente a migliorare, e continua a stare meglio.
100 pazienti che rimuovono le amalgame con protocollo di sicurezza migliorano con una percentuale dall' 80-100%
Ci vuole almeno un anno per eliminare il mercurio dal corpo (l'emivita del mercurio nell'organismo è di 88 giorni)

20) A proposito di disintossicazione e chelazione
La disintossicazione migliore è una attenta e completa rimozione delle amalgame e del mercurio dalla bocca.
Il sistema enzimatico del glutatione, proprio del paziente, farà il resto.
Ma ci sono altre cose che possono dare un aiuto.

21) Testare il vapore di mercurio (foto)

22) Guarda cosa c'è sotto le corone (foto)

23) L'amalgama è tolta, ma il mercurio? (foto)

24) La disintossicazione viene meglio con la fitoterapia (foto)

25) Ha rimosso tutto il mercurio (foto)

26) La migliore disintossicazione è rimuovere tutto il mercurio dalla bocca (foto)
La rimozione non basta.
Tutto il mercurio deve essere eliminato.
Non possiamo rimuovere tutto il mercurio senza un rilevatore di vapore di mercurio.

27) Lobelia, Bugleweed, radice di Yellow Stock e foglie di Burdock (foto)

28) E come lo facciamo? (foto)

29) (foto)


30) Il lavoro non è completo senza questo apparecchio (foto)

31) L'amalgama ora è tolta. Quali sono le alternative sicure?
Non c'è niente che sia totalmente sicuro.
La migliore cosa da fare prima è testare il materiale.
Per vederne la compatibilità col paziente.
Esistono diversi metodi per farlo.

32) I materiali in composito non sono facili da mettere


33) È così semplice!
testa prima qualsiasi materiale sul paziente
pratica una blanda sendazione con anestesìa locale
Blocca la gola dalla parte dalla quale stai operando, creando due linee di difesa. Proteggi tutti i tessuti.
Tubicini per l'ossigeno nel naso del paziente e monitoralo
Coprigli il naso e gli occhi con una mascherina d'oro
Rimuovi l'amalgama usando l'aspirazione su tutta la bocca
Controlla la fuoriuscita di vapore di mercurio
Disintossica fino a quando il MVA segna ZERO
Metti l'otturazione provvisoria
Il principio imprenscindibile è:
NON FAR ANDARE IL VAPORE DI MERCURIO SUL PAZIENTE

34)E adesso, ascoltalo da loro.
Ascolta le testimonianze in video dei pazienti.


1979
15-01-10

ECCO IL LINK DIRETTO ALL'INTERVISTA:
potete lasciare direttamente lì i vostri commenti.

1980
05.10.07

Qui l'articolo dal titolo
Proposta di legge - Intossicazione da metalli pesanti

Un grazie di cuore a http://www.laleva.org/  :D

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